12 novembre 2013

Lo Zambia contro l'HIV



Una delegazione dell’UNAIDS Programme Coordinating Board (PCB) si è recata in Zambia per sapere di più circa i successi e le sfide nella lotta all’HIV nel paese.
Lo Zambia è un paese dell’Africa centro-meridionale, attraversato da due grandi bacini fluviali: quello dello Zambesi a sud e quello del fiume Congo a nord. Conta una popolazione di circa 13 milioni di persone (Country Report 2012), di cui il 61% abita le aree rurali e il 39% le aree urbane. La speranza di vita alla nascita è di 49 anni.
L’HIV ha fatto la sua prima comparsa nel paese intorno agli anni ’80, diffondendosi attraverso tutta la popolazione. La maggior parte delle trasmissioni sono infatti avvenute per via eterosessuale e attraverso la gravidanza, il parto e l’allattamento.
La percentuale degli infetti si presentava maggiore nelle aree urbane piuttosto che nelle aree rurali, tra le donne piuttosto che tra gli uomini.
Si stima che nel 2012 le persone affette da HIV/AIDS siano state più di 1 milione, con una percentuale del 12.7% tra gli adulti con un’età tra i 15 e i 49 anni. Di questi, circa il 52% donne.
Circa 160 mila i bambini colpiti dall’HIV e circa 30 mila le morti dovute all’AIDS con un numero di orfani che ha superato i 670 mila.
La PCB è stata fondata nel 1994 da una risoluzione del consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite insieme ad UNAIDS, con lo scopo di guidare l’agenzia stessa. L’organo è costituito da rappresentanti di 22 governi di tutte le regioni geografiche e cinque rappresentanti di organizzazioni non governative.
Tra il 4 e il 6 novembre la delegazione, composta da membri provenienti da Australia, Brasile, Congo, India, Norvegia, Polonia, Zimbabwe, nonché rappresentanti di organizzazioni non governative, si è recata in Zambia poiché negli ultimi anni si sono registrati nel paese dei progressi significativi nella riduzione della prevalenza dell’HIV, nel promuovere l’accesso alle cure e nel tentativo di fermare le nuove infezioni da HIV nei bambini.
Eppure ancora cresce il numero di nuove infezioni tra i giovani, il test rapido viene ancora diffuso e somministrato troppo poco, e le popolazioni chiave hanno difficilmente accesso ai servizi.
Sono stati fatti incontri con rappresentanti del governo, tra cui il Ministro della Salute.
Le riunioni hanno offerto l’occasione per la delegazione di esprimere sostegno e di discutere l’importanza di una responsabilità condivisa e di una solidarietà globale nella lotta contro l’AIDS.
E’ necessario quindi focalizzare gli sforzi nell’individuare di cosa c’è bisogno per un’effettiva e mirata risposta all’epidemia.
L’HIV deve quindi diventare sempre di più un problema di salute pubblica, con particolare attenzione alla vulnerabilità delle donne.
Nel corso della visita, la delegazione ha partecipato anche alla terza Convention Nazionale sulla Prevenzione dell’HIV.

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