
Il Notiziario dell’Istituto superiore di Sanità ha
pubblicato i dati sulle nuove infezioni da HIV in Italia e sui casi di AIDS
diagnosticati nel nostro paese. Nel 2012 il sistema di sorveglianza delle nuove
diagnosi di HIV ha raggiunto la copertura del 100% del territorio nazionale, i
dati cominciano quindi ad essere affidabili anche se secondo i ricercatori
dell’ISS bisognerà aspettare 4 anni perché siano consolidati.
Nel 2012 sono state segnalate 3853 nuove diagnosi di
infezione da HIV, un dato stabile rispetto agli anni precedenti, che
corrisponde a un tasso di incidenza di 6,5 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Il
26% delle persone diagnosticate è di nazionalità straniera. L’età mediana è di
38 anni per i maschi e 36 per le femmine.
Mentre negli anni '80 e '90 il principale fattore di rischio
era costituito dall’uso di droghe per via endovenosa, attualmente la
maggioranza delle nuove infezioni, come avviene in molti altri paesi del mondo,
è attribuibile ai rapporti sessuali (42,7% rapporti eterosessuali, 38% rapporti
omosessuali).
Il 55,8% delle persone diagnosticate HIV+ nel 2012 è
arrivato alla diagnosi quando già i CD4 erano al di sotto di 350 per mm3 (late
presenters). Il motivo di queste diagnosi tardive sta nella scarsa
consapevolezza del rischio di infezione. Si tende ancora a vedere l’HIV
confinato in particolari gruppi a rischio,
come una patologia su cui si dovrebbero informare solo
i giovanissimi, invece non è così: l’HIV è ormai presente stabilmente, anche se
con numeri contenuti, nella popolazione italiana.
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