28 marzo 2014

Zimbabwe: verso la sconfitta dell'HIV

La Repubblica dello Zimbabwe si estende nell’Africa sud-orientale, tra i fiumi Zambesi e Limpopo.
Il tipo vegetazione dominante nel paese è la savana; nelle zone più umide del paese prevale la prateria, mentre lungo il confine orientale si incontrano tratti di foresta. Presenta una ricca ed eterogenea fauna, tanto che tra gli stati africani, lo Zimbabwe si è particolarmente distinto per la protezione e la conservazione del patrimonio faunistico, in particolare per la salvaguardia di specie quali rinoceronti ed elefanti.
Secondo il Country Progress Report 2012 di UNGASS, lo Zimbabwe ha circa 12.7 milioni di abitanti ed è tra i paesi dell’Africa sub-sahariana maggiormente colpiti dall’epidemia dell’HIV/AIDS.  Nel paese, 1 milione e 400 mila persone vivono con l’HIV, con una prevalenza del 14,7% tra gli adulti. Circa 1 milione di bambini hanno perso uno o entrambi i genitori a causa dell’HIV/AIDS.  Lo stesso report indica che circa 2/3 di tutti i bambini non ha cibo a sufficienza e inoltre non è in grado di accedere ai servizi sanitari e di educazione di base.

24 marzo 2014

Giornata Mondiale contro la Tubercolosi: la malattia che non conosce confini

Il 24 marzo ricorre la giornata mondiale contro la tubercolosi (TB). Oggi la tubercolosi è una malattia curabile. Se ne conosce la terapia, i farmaci sono accessibili e di costo relativamente basso, ma rimane una emergenza sanitaria soprattutto in Africa. Inoltre, a destare notevole preoccupazione è l’allarmante diffusione di ceppi potenzialmente letali resistenti ai farmaci normalmente in uso.
 

21 marzo 2014

Accesso a servizi e trattamento per le donne in gravidanza HIV positive: le chiavi del successo in Malawi

Uno degli obiettivi del Global Plan dell’UNAIDS è quello di eliminare entro il 2015 le nuove infezioni da HIV tra i bambini. Questo si potrà attuare riducendo a meno del 5% il tasso di trasmissione del virus HIV da madre infetta al suo bambino e riducendo del 90% le infezioni tra i bambini.

Da un piccolo paese dell’Africa sub-sahariana giungono dati incoraggianti.
Il Malawi è stato infatti il primo paese africano ad aver introdotto l’opzione B plus dell’OMS (antiretrovirali alle donne a partire dalla gravidanza per tutta la vita) per prevenire la trasmissione dell'HIV da madre a figlio. Probabilmente questo sta contribuendo ai notevoli progressi nella prevenzione/cura dell’HIV che si stanno registrando nel paese.
Mchinji, distretto malawiano che confina con lo Zambia, ha una popolazione di circa 549.000 persone e una prevalenza di HIV del 9,8 %. Dal 2004, circa 15.400 persone hanno ricevuto farmaci antiretrovirali.
Secondo i medici dell' ospedale distrettuale, in tale zona si è registrata negli anni una riduzione del 90 % del numero di nuove infezioni da HIV in età pediatrica. Infatti i servizi sanitari sono riusciti a raggiungere tutte le donne in gravidanza, facendo loro il test per l’HIV e mettendole in trattamento. Le donne dal canto loro hanno visto il vantaggio di essere assistite durante il parto da una struttura sanitaria piuttosto che partorire in casa con l’aiuto di personale non formato.

Quindi non solo la terapia, ma anche l’accesso ai servizi sanitari e la rapida presa in carico del paziente (inizio tempestivo del trattamento successivo al risultato positivo del test) sono le chiavi del successo.
Per raggiungere il target fissato per il 2015 infatti, è necessario non solo potenziare l’accesso ai servizi di antenatal care e testare tutte le donne in gravidanza, ma anche mettere in terapia il prima possibile. L’opzione B plus consente di fare questo, scavalcando il problema di valutare l’eleggibilità al trattamento attraverso la conta dei CD4 (vedi post).

Il Malawi ancora una volta si trova in prima linea nella lotta all’eradicazione dell’HIV dal continente africano e dalla sua gente e i risultati raggiunti incoraggiano a continuare sulla stessa strada.

17 marzo 2014

Be in the KNOW: adolescenti e HIV

La strada che porta ad una generazione di giovani liberi dall’AIDS non può non passare attraverso la conoscenza del loro sierostato.
In tutto il mondo, 5,4 milioni di adolescenti e giovani di età compresa tra i 10 e i 24 anni vivono con  l’HIV. A livello globale, la percentuale di giovani  che si sottopone al test è ancora troppo bassa.
Tuttavia, con il trattamento le persone che vivono con l’HIV possono condurre una vita sana ed appagante.
È quanto riporta la campagna di sensibilizzazione di UNAIDS rivolta ai giovani: Be in the KNOW.
E’ solo sottoponendosi al test e conoscendo il proprio stato di sieropositivo o di sieronegativo che è possibile prendere decisioni circa il proprio futuro. Queste includono l’accesso ai servizi essenziali per l’HIV e al trattamento.
Ogni giovane ha il diritto di accesso ai servizi per l’HIV e il diritto di vivere con dignità.