28 febbraio 2014

Consultation to Promote Treatment 2015 Initiative

Come allargare il trattamento antiretrovirale al maggior numero possibile di pazienti affetti da HIV/AIDS è stato il principale tema di discussione della Conferenza svoltasi a Roma nei giorni scorsi, co-sponsorizzata da Unaids (il programma delle Nazioni Unite) e Caritas Internationalis
dal titolo: Consultation to Promote Treatment 2015 Initiative to Expand of Access to Anti-Retroviral Treatment for Persons Living with HIV
Nel mondo, alla fine del 2012, le persone sieropositive erano oltre 35 milioni, la maggior parte delle quali nel continente africano. Non a tutti è garantito l’accesso ai farmaci necessari e uno degli obiettivi di UNAIDS è quello di mettere in terapia 15 milioni di persone entro il 2015.

21 febbraio 2014

Storia dell’AIDS - Le origini

Negli ultimi anni sono stati fatti molti progressi nella comprensione delle origini della peggiore pandemia del secolo. Si pensa che l’HIV-1 di gruppo M (il sottotipo principale di virus) sia derivato da un virus che infettava lo scimpanzé Pan troglodytes troglodytes, che abita in Africa Centrale, tra Camerun, Congo, Gabon e Guinea Equatoriale. Il vero “Paziente Zero”, colui dal quale la pandemia è iniziata, probabilmente viveva all’interno di questo territorio.
Anche se  sono solo teorie e non si è ancora davanti a nessun dato definitivamente certo, si pensa che questo salto tra scimpanzè e uomo possa essere avvenuto in Africa Centrale, c’è chi sostiene nella zona dei Grandi Laghi e chi in zone rurali del Camerun, probabilmente attraverso la manipolazione di carne infetta da parte di un cacciatore. Altri sottotipi, il gruppo O e P, dovuti forse ad altri cluster epidemici, si ritrovano in Africa Centrale, soprattutto in Camerun, ma sono rimasti minoritari.

12 febbraio 2014

Farmaco per il tumore al seno attivo contro infezione fungina in pazienti con AIDS

Secondo una ricerca americana dell'Università di Rochester il tamoxifene è risultato essere efficace nel trattamento dell'infezione da Cryptococcus neoformans.
La criptococcosi è una patologia fungina che spesso si associa all'infezione da HIV, ed è quindi maggiormente presente in quei paesi con elevata presenza del virus. Cryptococcus neoformans causa spesso infezioni polmonari gravi o meningoencefaliti che possono mettere a rischio la sopravvivenza del paziente. Si stima che al mondo ci siano circa 1 milione di nuovi casi di criptococcosi ogni anno, con circa 620.000 morti; la stragrande maggioranza di questi casi avviene in pazienti con AIDS, in paesi a risorse limitate.
Il Cryptococcus neoformans è un fungo, risponde quindi alle terapie antifungine; ma tali terapie sono costose e spesso mancanti in Africa, possono causare severi effetti collaterali e vanno somministrate per via endovenosa; inoltre si stima che, anche qualora si effettui una corretta terapia, la mortalità sia comunque del 10-20%. La ricerca dell'Università di Rochester apre quindi prospettive interessanti.
Lo studio, pubblicato sulla rivista mBio (rivista della American Society of Microbiology), ha mostrato un'attività antifungina in vitro del tamoxifene. Il tamoxifene

10 febbraio 2014

HIV: siamo al punto di svolta?

Il punto di svolta è vicino? Alcuni paesi lo hanno già superato, come emerge dagli ultimi dati sullo stato dell'epidemia. Il cosiddetto tipping point è il momento in cui il numero dei nuovi casi di infezione da HIV in un dato anno è uguale al numero di nuovi pazienti entrati in terapia nello stesso anno. Il tipping point rappresenta il punto in cui l'espansione della terapia e l'espansione dell'infezione si equivalgono. Superare il tipping point vuol dire, di fatto, cominciare a far invertire il trend dell'infezione. Per la prima volta dalla prima celebrazione del World AIDS Day 25 anni fa, l'epidemia sta invertendo rotta.

6 febbraio 2014

Per ogni neonato: piano d'azione dell'OMS

Negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli passi avanti per ridurre il numero dei decessi infantili in tutto il mondo.
Infatti, tra il 1990 e il 2012 il tasso di mortalità tra i bambini sotto i 5 anni si è ridotto di circa il 50%. L’HIV rappresenta il 2% delle cause di mortalità infantile.
Tuttavia, i tassi di mortalità neonatale diminuiscono più lentamente (diminuzione del 36% nello stesso periodo). Come risultato, la proporzione di morti tra i bambini con un’età inferiore a 5 anni che avviene nel periodo neonatale, è aumentata passando dal 37% nel 1990 al 44% nel 2012. In questo anno, circa 2.9 milioni di bambini sono morti entro il primo mese di vita, la maggior parte per cause prevenibili. Inoltre 2.6 milioni di bambini sono nati morti. A queste morti vanno associati i 287 mila decessi che si stima avvengano tra le donne per complicanze legate alla gravidanza o al parto.
Eppure la maggior parte delle morti neonatali sono prevenibili, soprattutto quando gli interventi sono integrati con le cure materno-infantili.
Recentemente, rinnovati sforzi sono stati fatti da molti governi in risposta alla Strategia Globale per la Salute della Donna e del Bambino.
Dall’evidenza dell’eccessiva mortalità neonatale, è nata l’iniziativa Every Newborn: un piano d’azione per porre fine alle morti evitabili (The Every Newborn: an action plan to end preventable deaths- ENAP). Piani specifici e obiettivi per la salute materna sono inoltre in fase di sviluppo e saranno legati a questo processo.

3 febbraio 2014

Kenya: non solo safari

Ogni giorno in Kenya quindici donne muoiono a causa di complicanze legate alla gravidanza. Il 20%  di tutti i decessi tra le madri è AIDS-correlato.
Al fine di migliorare la salute materna e infantile nel paese, la First Lady del Kenya, Margaret Kenyatta ha lanciato la Campagna “Beyond Zero”. La nuova iniziativa mira ad accelerare l'attuazione del piano nazionale per l'eliminazione delle nuove infezioni da HIV tra i bambini.