25 settembre 2013

AIDS in declino: Global Report di UNAIDS

Il 23 settembre UNAIDS ha pubblicato il Global Report sull'epidemia da AIDS 2013. Nel report viene sottolineata la marcata accelerazione verso il raggiungimento degli obiettivi del 2015. Le notizie sono incoraggianti, i commenti ottimisti.
Le nuove infezioni sono state 2.3 milioni nel 2012, una riduzione del 33% rispetto al 2001; tra i bambini la riduzione dei nuovi casi è stata del 52% rispetto al 2001, sono stati 260.000 nel 2012, la copertura con atiretrovirali tra le donne incinta è stata del 62% (esclusi i programmi con singola dose di Nevirapina).

23 settembre 2013

La voce delle nonne africane

Da Vancouver si è alzata una flebile voce africana, quella delle nonne. Il 7 settembre si è riunito l'African Grandmothers Tribunal, organizzazione che riunisce le nonne africane. Come è noto, l'AIDS in Africa sta lasciando orfana una generazione, si stima che in Africa ci siano 15 milioni di orfani da HIV; spesso questi bambini vivono con i nonni o con altri familiari più anziani. Le reti sociali familiari, anche se spesso insufficienti nelle grandi città africane, sono l'unico approdo per tanti bambini rimasti soli a causa della malattia. La generazione anziana rappresenta dunque una grande risorsa nel continente; è quanto viene espresso nell'appello che le nonne africane lanciano ai governanti del mondo: "è ora di riconoscere che le nonne sono in prima linea nella crisi dell'HIV/AIDS e i nostri diritti umani devono essere rispettati e protetti. Non permetteremo alla pandemia di AIDS di sconfiggere né distruggere le nostre comunità, ma non siamo in grado di farcela da sole. L'Africa non può sopravvivere senza di noi. Chiediamo di agire con urgenza e determinazione nel sostenere i nostri sforzi per assicurare la giustizia; è giunto il momento!"
Sono parole piene di speranza, pronunciate da anziani che hanno a cuore il futuro delle loro comunità, non pesi per la società ma persone che pesano nelle loro società. L'alleanza tra anziani e bambini può rappresentare quell'arca che traghetta l'Africa fuori dalla tempesta dell'AIDS.

19 settembre 2013

Diagnosi precoce neonatale in Mozambico

Il Ministero della Salute del Mozambico ha pubblicato dei dati sulla diagnosi precoce neonatale (EID, Early Infant Diagnosis) dell'infezione da HIV. Quando un bambino nasce da una madre sieropositiva ha circa il 30% di possibilità di nascere con un'infezione congenita da HIV se la madre non fa alcuna terapia; tale condizione è molto grave e porta a morte il 50% dei bambini entro i due anni di vita in assenza di trattamento. Con le attuali terapie e i moderni modelli di prevenzione materno-infantile, si raggiunge il 98% dei bambini che nascono sani da madri sieropositive. Ma ogni bambino che nasce necessita di una diagnostica in grado di identificare il prima possibile chi, nonostante i trattamenti, nasce con il virus; iniziare la terapia tempestivamente infatti può salvare la vita a tanti bambini. La diagnosi nel neonato non è semplice;

17 settembre 2013

Vaccino HIV: la storia continua

Dopo la notizia apparsa su Retrovirology (vedi nostro post), continua la ricerca sulle scimmie per trovare una risposta all’infezine da HIV. Questa volta la ricerca è stata pubblicata a settembre sul settimanale internazionale di scienze, Nature. Un vaccino è stato testato su alcune scimmie infettate con SIV (Simian Immunodeficiency Virus), l’equivalente dell’HIV umano. Il composto si è rivelato efficace su 16 macachi rhesus e ora verrà sperimentato anche sull’uomo.
L’equipe della Oregon Health and Science University, ha esaminato una forma aggressiva di virus chiamato SIVmac239, ottenendo ottimi risultati.
Il professore Louis Picker del Gene and therapy institute spiega che per la sperimentazione sono stati usati criteri molto rigidi.

14 settembre 2013

Il Kenya avanza nella lotta all'HIV

Il Kenya sta facendo passi da gigante nella lotta contro l'HIV / AIDS , con un calo della popolazione HIV positiva e un aumento del numero di persone che effettuano il test e ricevono il trattamento, secondo il Kenya AIDS Indicator Survey 2012 pubblicato il 10 settembre scorso .
Il Kenya ha la quarta più grande popolazione HIV positiva nel mondo , dopo Sud Africa , Nigeria e India . Ma il numero di keniani che vivono con la malattia è sceso da 1.4 a 1.2 milioni tra il 2007 e il 2012 .
La prevalenza di HIV tra gli adulti è scesa dal 7,2 al 5,6 per cento nello stesso periodo .
"Abbiamo fatto progressi enormi in Kenya , sia nel ridurre il numero di nuove infezioni sia nel mettere in trattamento le persone che vivono con HIV, " ha detto Maya Harper , Country director di UNAIDS in occasione del lancio del rapporto. "Il test, la conoscenza del proprio stato , la circoncisione maschile in Nyanza , il potenziamento dell’accesso alle cure - penso che questi siano stati i grandi passi avanti in Kenya negli ultimi cinque anni. "

10 settembre 2013

Il programma DREAM e la lotta alla malnutrizione

La malnutrizione è ancora un problema grave a livello globale, e ancora di più lo è in Africa Sub-Sahariana, dove il programma DREAM da oltre 10 anni fornisce, accanto al trattamento antiretrovirale, un sostegno alimentare ai pazienti malnutriti.
The Lancet riporta che in tutto il mondo 165 milioni di bambini sotto i 5 anni sono malnutriti, un dato che, seppur rappresentando una riduzione del 35% rispetto al 1990, resta drammaticamente alto. In Africa Sub-Sahariana tra il 36 e il 42% dei bambini sotto i 5 anni hanno difetti di crescita legati ad un'insufficiente nutrizione, la gran parte nei primi 1000 giorni dopo la nascita. Un altro aspetto preoccupante è la malnutrizione materna. In Africa e in Asia il 10% delle donne in età fertile è malnutrito, la malnutrizione in gravidanza è associata ad un aumento del rischio di mortalità materna e neonatale, a difetti di crescita nei primi due anni di vita, a scarsa produzione di latte con rischio aumentato di mortalità nei primi due anni di vita del bambino.
Il programma DREAM fin dagli inizi ha voluto associare alla terapia antiretrovirale un sostegno nutrizionale completo per i pazienti che ne hanno bisogno secondo criteri clinici.

6 settembre 2013

HIV: la terapia senza cibo non basta

AIDS e malnutrizione sono piaghe che colpiscono insieme; osservando le mappe della diffusione dell'HIV e della malnutrizione nel mondo si può notare come le aree maggiormente colpite siano le stesse. Cause simili e simili conseguenze. La povertà generale, un'igiene pubblica scadente, sistemi sanitari con scarse risorse, un'alimentazione povera ed insufficiente, sono alcuni dei fattori che aggravano l'infezione da HIV e favoriscono l'instaurarsi della malnutrizione. Entrambe svuotano progressivamente la persona, erodendone le difese immunitarie, portando l'organismo a consumare la massa magra e indebolendolo sempre di più.
Per questi motivi la terapia antiretrovirale, nei contesti in cui la malnutrizione è diffusa, deve essere accompagnata da un'integrazione alimentare. Viene messo in luce in un testo pubblicato dall'OMS questa estate.
"La perdita di peso e la denutrizione sono comuni nei pazienti con HIV, possono accelerare la progressione della malattia ed aumentare la morbidità e la mortalità. Anche dopo che i pazienti iniziano il trattamento antiretrovirale, un povero stato nutrizionale è altamente predittivo di morte."

4 settembre 2013

Dalla Tailandia il vaccino contro l’HIV?

Il governo tailandese avrà un ruolo di leadership nel sostenere uno studio sull'efficacia del vaccino contro l’HIV e nell’assistenza per la creazione di sistemi di produzione e di infrastrutture in grado di supportare la produzione di un vaccino registrato.
Il Ministero della Salute Pubblica e il Ministero della Scienza e della Tecnologia della Tailandia hanno annunciato il loro impegno a proseguire lo Studio RV144  per la ricerca di un vaccino efficace contro l’HIV. La notizia è stata data durante il vertice “AIDS Vaccine Efficacy Consortium (AVEC) il 29 agosto in Tailandia.
Il vertice ha attirato più di 150 partecipanti internazionali che hanno discusso l'obiettivo UNAIDS " tre zeri " per sradicare l'HIV / AIDS , con particolare attenzione all'importanza di sviluppare un vaccino per prevenire l'infezione da HIV. Tra i partecipanti, ricercatori internazionali , politici, uomini d'affari, e la società civile impegnata nella lotta contro l’AIDS.

2 settembre 2013

L'alleanza Europa-Africa nella lotta contro l'AIDS

L’alleanza Europa-Africa passa anche attraverso la lotta contro l’AIDS.

Nasce infatti da un sogno della Comunità di Sant’Egidio, nata nel 1968 a Roma e ora diffusa in 73 diversi continenti, il più grande programma ad approccio globale per curare l’AIDS in Africa: DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition).
Il programma ha preso l’avvio nel 2002 in Mozambico in un piccolo centro a Machava, alla periferia di Maputo. Oggi DREAM è presente in tutto il paese con 13 centri di cura per l’AIDS, registrando dall’inizio circa 12 mila bambini nati liberi dall’HIV grazie al programma di prevenzione verticale. Senza le cure, il contagio madre-bambino sarebbe stato molto alto e la maggior parte di questi piccoli sarebbe andato incontro a morte entro il primo anno di vita.
La relazione tra il continente europeo e il continente africano si muove anche attraverso la stretta di mano tra il Vice Ministro italiano per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e il Vice Primo Ministro portoghese, Paulo Portas, avvenuta all’interno dei locali del Centro DREAM situato nel cuore della capitale mozambicana.