20 novembre 2014

Transizione demografica, un’opportunità per l’Africa Subsahariana

Secondo il rapporto pubblicato il 18 novembre dal  fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione , anche l’Africa ha cominciato a invecchiare e sta per entrare nella cosiddetta transizione demografica.
La transizione demografica è un fenomeno avvenuto in Europa nel secolo scorso, e successivamente in America e Asia, e consiste nel passaggio da una popolazione caratterizzata da alta natalità e mortalità, a una caratterizzata da bassa natalità e mortalità.
Come conseguenza delle migliorate condizioni di vita, economiche e sociali, cresce la speranza di vita e diminuisce la natalità.
Grazie a questi trend, in Africa il numero di persone in età lavorativa dovrebbe raddoppiare da qui al 2050. Questa congiuntura rappresenta una chance unica, il cosiddetto “demographic divide”. Con un abbassamento della natalità e una gran parte della popolazione attiva, anche l’Africa potrebbe fare un balzo economico come quello che l’Asia ha conosciuto qualche anno fa. Questo a patto che si effettuino gli investimenti necessari  a sostenere questo balzo.


18 novembre 2014

Africa, cresce la diseguaglianza

La crescente disuguaglianza a livello mondiale potrebbe far arretrare la lotta contro la povertà indietro di decenni . Sono le conclusioni di un rapporto pubblicato da Oxfam, che mostra che il numero di miliardari nel mondo sia più che raddoppiato dall’inizio della  crisi finanziaria.
Nei paesi di tutto il mondo, la prosperità non sta gocciolando verso il basso per la gente comune, ma va ad accrescere il patrimonio dei ricchissimi. Le 85 persone più ricche del mondo detengono un patrimonio pari a quello di metà della popolazione mondiale, e la loro ricchezza è aumentata tra il 2013 e il 2014.

Le diseguaglianze stanno crescendo anche in Africa, dove si contano 16 miliardari, accanto a 358 milioni di persone che vivono in estrema povertà. Sarà difficile vincere la lotta contro la povertà se non si affronta contemporaneamente
quella contro la diseguaglianza.

14 novembre 2014

Patologie infettive croniche: emergenza sanitaria nelle carceri

La Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria (SIMSPe-onlus) e la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) hanno presentato oggi l'edizione 2015 de “La Salute non Conosce Confini”, campagna d'informazione e di sensibilizzazione sulle patologie infettive croniche negli istituti penitenziari italiani. È allarme; in particolare la diffusione stimata tra il 30 e il 40% dell'infezione da epatite C tra i detenuti -con l'evoluzione in cirrosi epatica che ne consegue-  appare oggi la prima emergenza sanitaria da affrontare in questi contesti. Ma non solo: i dati mostrano come altre patologie infettive siano diffuse in maniera preoccupante. 

6 novembre 2014

UNAIDS: HIV and EBOLA update

È stato recentemente pubblicato sul sito UNAIDS un aggiornamento su HIV ed EBOLA. L'epidemia di Ebola in Africa occidentale sta colpendo principalmente Guinea, Liberia e Sierra Leone. Sono inoltre stati segnalati casi in Mali, Nigeria, Senegal, Spagna e Stati Uniti. Secondo l'OMS, fino ad adesso sono state contate 13,703 persone infette e confermati 4,920 decessi (dati del 27 ottobre); una persona su 20 era un operatore sanitario.

Da quando il virus è stato scoperto 40 anni fa, è la prima volta che assistiamo ad una epidemia di tali dimensioni, che sta colpendo diversi paesi. Si parla infatti di una crisi di salute pubblica e di una emergenza complessa che coinvolge l'intero globo. La United Nations Mission for Ebola Emergency Response (UNMEER) sta lavorando, insieme ai governi, alle organizzazioni regionali, alla società civile e al settore privato, su cinque pilastri fondamentali: fermare l'epidemia, trattare le persone che si sono infettate, garantire i servizi essenziali, preservare la stabilità e prevenire ulteriori focolai.
Nei paesi colpiti da ebola (Guinea, Sierra Leone e Liberia), si stima ci siano un totale di 210,000 persone affette da HIV e circa 50,000 persone sottoposte alla terapia antiretrovirale (ART).
In Guinea, circa il 75% delle persone in ART vive nella capitale Conakry; in Sierra Leone, circa il 50% vive nella capitale Freetown. In Liberia il 78% dei servizi sanitari (50 cliniche) si trova a Montserrado County, che include anche la capitale Monrovia.