L’incidenza dei casi di HIV/AIDS ha mostrato un declino
negli ultimi anni, il che offre una speranza che la malattia non sia più una
condanna a morte.
Le nuove forme di trattamento e di educazione alla salute
stanno mantenendo bassi i tassi di infezione, tuttavia una recente ricerca
suggerisce che c’è ancora spazio di miglioramento. Un nuovo studio pubblicato
su Journal of Infectious Diseases raccoglie 30 anni di dati su più di 20.000 pazienti affetti da HIV/AIDS in San
Francisco, Stati Uniti. Tra gli anni 1997 e 2012, il 35% (circa un terzo) dei
pazienti affetti da AIDS è deceduto entro cinque anni dalla diagnosi di infezione
opportunista.
Le infezioni opportunistiche, che spesso possono essere
combattute con facilità da un sistema immunitario sano, rappresentano il
rischio maggiore per pazienti affetti da HIV, soprattutto quando la condizione
è progredita in AIDS. Quando questa progressione si verifica, il sistema
immunitario del paziente è troppo debole per combattere i germi comuni con cui
entriamo in contatto ogni giorno, portando a gravi complicazioni e talvolta alla
morte.
La percentuale di sopravvivenza è aumentata notevolmente
negli anni successivi. Grazie ai nuovi trattamenti, ad una maggiore
disponibilità di test HIV, il 65% dei pazienti con diagnosi di prima infezione
opportunistica tra gli anni 1997-2012 è
sopravvissuto a 5 anni. Rimane però quel 35% che ancora muore. I CDC rilevano
che negli Stati Uniti, 13.712 persone sono morte a causa di complicazioni AIDS-correlate
nel 2012 e 50.000 persone vengono infettate ogni anno. Questa percentuale tende
a variare tra i diversi luoghi degli Stati Uniti, ma è più alta nelle aree
urbane, come San Francisco, con più di 500.000 persone.
Il motivo di preoccupazione, secondo i ricercatori, è che
alcune infezioni opportunistiche sono ancora estremamente difficili da
combattere. Malattie come la leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML),
insieme con i tumori correlati alle infezioni come il linfoma cerebrale sono
associate ad un alto tasso di mortalità ancora oggi. Nell’era della HAART, sono necessarie quindi ulteriori
strategie di trattamento per combattere le infezioni opportunistiche
HIV-correlate che conducono a morti inaccettabili ancora oggi.
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