L’educazione
delle donne sembra essere un fattore più potente del reddito nel determinare la
riduzione della mortalità infantile, secondo uno studio pubblicato recentemente
sul Lancet .
Alcuni ricercatori hanno utilizzato i dati del “Global Burden of Disease Study 2013” per evidenziare i fattori che hanno determinato la riduzione della mortalità infantile. Questi fattori sono soprattutto l’aumento di reddito, il numero totale di nascite, l’educazione materna e il tasso di infezione da HIV. Secondo i calcoli condotti da questi ricercatori, un aumento del 10% del reddito medio porta a una diminuzione dell’ 1,6% nel tasso di mortalità sotto i cinque anni, mentre un anno in più di istruzione nelle donne porta a una diminuzione dell’8,5%. Si conferma dunque l’importanza di investire nell’istruzione, soprattutto femminile, potente fattore di sviluppo di ogni paese.
21 maggio 2014
16 maggio 2014
Mozambico: parte la prevenzione
Tre dosi di vaccino per oltre 8.200 bambine di 10 anni, circa 600.000 dollari. Una collaborazione tra il sistema sanitario e il ministero dell'educazione prevede di ridurre drasticamente il carico di malattia legata all'HPV in Mozambico. Come è noto l'infezione da HPV è responsabile di gran parte dei casi di cancro della cervice uterina, le campagne di profilassi si sono dunque dimostrate altamente efficaci. Il progetto parte in questi giorni in fase pilota in tre distretti del paese (al nord, al centro, e al sud). Il ministero della salute mozambicano spera di vaccinare nel corso del 2014 e 2015 la quasi totalità di bambine di 10 anni nei tre distretti. La strategia, secondo il Direttore della Salute Pubblica mozambicano Fernando Mbofana, è quella di "utilizzare i canali più appropriati per facilitare l'accesso alla popolazione". Il vaccino sarà infatti somministrato nelle scuole, nei centri di salute e sul territorio da unità mobili del ministero della salute.
14 maggio 2014
Mozambico: cresce il PIL, e i bambini?
Secondo i dati dell’UNICEF, il
Mozambico, nonostante gli elevati tassi di crescita del PIL riscontrati negli
ultimi anni, presenta ancora tassi di malnutrizione allarmanti tra i bambini.
Infatti il 42%dei bambini sotto i 5 anni presenta una malnutrizione cronica
(altezza troppo bassa in rapporto all'età), mentre il 6% presenta una
malnutrizione acuta.
Di queste evidenze preoccupanti si è parlato in un workshop
internazionale tenuto in Aprile in Mozambico, dedicato all’accesso ai servizi
di nutrizione e HIV, a cui è stato invitato anche il Programma DREAM.
Nel workshop, intitolato “Troca de experiências em monitoria e
advocacia da qualidade e do acesso aos serviços de saúde sexual e reprodutiva,
nutrição e HIV/SIDA” è stato evidenziato
come il numero di bambini affetto da malnutrizione cronica sia paradossalmente
maggiore in quei distretti del paese, come Niassa, Zambesia e Cabo Delgado,
dove si producono più alimenti. Una causa dell’inadeguata crescita dei bambini
nei primi anni di vita è stata identificata nell’insufficiente diffusione
dell’allattamento esclusivo al seno nei primi 6 mesi di vita: solo il 43% delle
madri pratica l’allattamento esclusivo; di conseguenza sono necessarie azioni
più incisive di counselling, formazione e sensibilizzazione su questo
argomento.
La conferenza ha sollevato la discussione sulla distribuzione
della ricchezza in Mozambico, paese che nonostante l’accresciuto sfruttamento
delle risorse, fatica a ridurre il numero di abitanti che vivono in
povertà assoluta.
6 maggio 2014
L'Uganda e i progressi raggiunti nella lotta contro l'HIV/AIDS
Negli
anni l'Uganda si è impegnato nella lotta contro l'AIDS (vedi post),
tanto da diventare uno dei paesi simbolo al quale hanno guardato
tanti stati africani, Zambia e Sudafrica in particolare.
L'Uganda
Accountability AIDS Scorecard, sviluppata
per influenzare positivamente la qualità, l'efficienza e la
responsabilità nella prestazione dei servizi di HIV/AIDS a livello
nazionale e distrettuale, ha messo in luce importanti novità.
L'indagine,
condotta dall'Uganda Network of AIDS Services Organisations (UNASO),
ha evidenziato che sempre più
ugandesi hanno accesso al trattamento, aumentando il numero da
329.060 (copertura del 57%) nel 2011, al 577.000 (76,5%) nel 2013.
Inoltre
la relazione rileva miglioramenti significativi in termini di
counselling e di test
per l'HIV, di prevenzione della trasmissione materno-infantile, di
sicurezza sulla circoncisione maschile e sulle trasfusioni di sangue.
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