Il 25 novembre si celebra la Giornata mondiale contro
la violenza sulle donne, istituita dall’ONU nel 1999. La data fu scelta in
ricordo dell’assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, che tentarono di
contrastare il regime di Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana per
oltre trent’anni.
La violenza contro le donne è una grave violazione dei
diritti umani, inoltre aumenta il rischio di infezione da HIV.
È quanto dichiarato da UNAIDS,
secondo il quale recenti ricerche hanno stabilito una chiara associazione tra
violenza domestica e HIV, con un aumento del rischio del 50% da parte delle
donne di contrarre l’infezione.
“Ogni ora 50 giovani donne contraggono l’HIV”, ha detto
Mihcel Sidibé, Direttore Esecutivo UNAIDS.
La violenza contro le donne è una realtà diffusa in tutto il
mondo. Secondo dati pubblicati recentemente dall’OMS, il 35% delle donne di
tutto il mondo ha subito delle violenze, che nella maggior parte dei casi non
sono state denunciate. Una donna su tre sperimenta violenza fisica e/o sessuale
da parte del partner. Mentre circa 150 milioni di bambine di età inferiore ai
18 anni hanno subito qualche forma di violenza sessuale, molte delle quali
esperienze traumatiche mai confessate.
In tale contesto, anche la risposta all’HIV diviene una
questione di responsabilità globale condivisa per la giustizia sociale. Nella DichiarazionePolitica su HIV e AIDS del 2011,
gli Stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati ad eliminare
disuguaglianze, abusi e violenze a carico del sesso femminile, e di proteggere
le donne dal rischio di infezione da HIV.
Dunque, porre fine alla violenza sulle donne e alla
disuguaglianza di genere vuol dire anche compiere un passo in avanti nella
lotta contro l’HIV/AIDS.
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