26 luglio 2013

Dall'OMS linee guida per uno screening sistematico sulla tubercolosi




L’OMS ha recentemente sviluppato delle linee guida  per lo screening della tubercolosi (TB) attiva.
La diagnosi precoce della TB è essenziale per migliorare ulteriormente la salute di persone con tale malattia infettiva e per ridurne in modo più efficace la trasmissione.
La tubercolosi rimane infatti uno dei principali problemi di salute a livello globale. Secondo il rapporto dell’OMS, Global TubercuolosisReport 2012, nel 2011 ci sono stati 8.7 milioni di malati di TB in tutto il mondo, di questi il 24% residente in Africa, con il 64% dei casi multi-farmaco resistenti (MDR-TB) e il più alto tasso di mortalità.
Inoltre 1.1 milioni (13%) dei 8.7 milioni di persone con TB era HIV positivo e solo il 48% di questi ha iniziato una terapia con antiretrovirali. Il 79% della popolazione con HIV/TB vive nella regione africana ma solo il 69% è stato testato per l’HIV. L’Africa sub-sahariana rimane una delle regioni con il maggior numero di vittime HIV/TB correlate, essendo la TB la principale causa di morte tra i pazienti con HIV/AIDS. 
Di fronte a questo quadro appare dunque ancora più importante uno screening sistematico rivolto a grandi gruppi a rischio (tra cui pazienti HIV positivi).



Lo scopo di tali linee guida è quello di identificare i principi chiave per pianificare e implementare uno screening sistematico per la tubercolosi attiva, creare raccomandazioni per i gruppi a rischio e un algoritmo per lo screening e la diagnosi della TB.  Per screening sistematico si intende una sistematica identificazione di persone con sospetto di TB attiva, in un gruppo target predeterminato, usando test, esami e altre procedure che possono essere applicate rapidamente.
A tutt’oggi vi è un ritardo nella diagnosi di tubercolosi e nell’avvio di un trattamento appropriato, specialmente in gruppi con scarso accesso alle cure sanitarie.
Molte persone con TB attiva non manifestano i tipici sintomi della malattia, di conseguenza non sono alla ricerca di cure appropriate, inoltre la malattia può non essere correttamente diagnosticata o la diagnosi può essere mancata o ritardata.
Lo screening per la tubercolosi attiva in gruppi di rischio selezionati è uno dei diversi possibili interventi per migliorare l’individuazione precoce della TB. Se ben condotto, lo screening non richiederebbe l’utilizzo di molte risorse e ridurrebbe al minimo il rischio di falsi positivi.
Le linee guida, sviluppate sulla base di quattro revisioni sistematiche della letteratura, descrivono i principi fondamentali per lo screening: garantire una cura di alta qualità per la TB; effettuare un’analisi dell’epidemiologia della TB e delle capacità del sistema sanitario locale; ottimizzare le sinergie con altri servizi sanitari e con i servizi sociali; monitorare gli ingressi nel processo di screening; ridefinire i gruppi a rischio; riadattare l’approccio dello screening quando necessario e interromperlo al momento opportuno.
Per fare ciò vengono indicati diversi algoritmi diagnostici e consigli sull’approccio per i diversi gruppi a rischio.
Una guida pratica sarà sviluppata nel 2013-2014, sulla base di valutazioni di recenti esperienze sul campo in paesi selezionati.
Dall’implementazione di tali linee guida ci si aspetta un miglioramento della salute per quei soggetti ad alto rischio di sviluppo di TB.