Secondo una recente indagine condotta dalla Commissione Nazionale AIDS (CNA) in collaborazione con il Dipartimento di Nutrizione e HIV/AIDS, in Malawi il tasso di prevalenza dell’HIV e dell’AIDS è sceso dall’11.4% nel 2008 al 10.6% nel 2013.
E’ quanto riportato dal’agenzia di stampa del paese, la Mana (Malawi News Agency).
I dati sono presi dal documento “The Status of HIV/AIDS Profile in Malawi”, messo a disposizione dal Governo: nel 2013 tra le 4,000 e le 5,000 persone sono risultate positive al test per l’HIV rispetto alle 80,000 degli anni passati.
Tuttavia l’HIV/AIDS è ancora alto tra le donne con un tasso di prevalenza del 16.3%.
Inoltre la malattia è presente in particolare nel sud del paese, con un tasso di prevalenza del 14.5% rispetto al 7.6% della regione centrale e del 6.6% della regione del nord.
Secondo il Vicedirettore dei Servizi di Salute e Sociali, Felix Namakhhuwa, il miglioramento dei tassi di prevalenza è dovuto ad una migliorata consapevolezza e conoscenza della malattia da parte della popolazione, grazie ai programmi di educazione sanitaria messi in atto nel paese.
Il Malawi si sta distinguendo in questi anni per aver aumentato gli sforzi nella lotta alla pandemia dell’HIV. Già durante l’incontro dell’AWA tenutosi ad Addis Abeba a maggio di quest’anno, il Presidente del Malawi, Joyce Banda, era stato elogiato per il lavoro fatto per sradicare l’infezione dal paese, con un milione e mezzo di malawiani in trattamento gratuito con farmaci antiretrovirali (vedi post) .
Inoltre il Malawi è stato il paese ospite del primo incontro della Commissione UNAIDS-Lancet (UNAIDS and Lancet Commission: From AIDS to Sustainable Health).
Tale commissione è stata formata per deliberare su strategie per assicurare la realizzazione nei prossimi decenni dell’obiettivo zero nuove infezioni e zero decessi correlati all’AIDS.
Ma non solo: scopo della commissione è, partendo dagli sforzi messi in atto per contrastare l’epidemia da HIV, trovare i modi per modificare l’approccio alla salute globale, rendendola equa, efficace e sostenibile. Al primo incontro, tenutosi a Lilongwe, Malawi, dal 28 al 29 giugno 2013, si è discusso quindi sulla “democratizzazione” della salute globale, individuando nella distribuzione equa del diritto alla salute un pilastro non negoziabile dell’agenda post-2015.
L'incontro ha riunito leader di spicco, pensatori e attivisti per identificare le lezioni apprese dalla risposta all'AIDS per far avanzare nel futuro il concetto di salute globale e di sviluppo, rimanendo l'AIDS una priorità nell'agenda post-2015.
“E’ il momento di cogliere una grande opportunità: collegare il movimento nato per mettere termine all’epidemia da HIV con gli sforzi per porre fine alla fame e alla povertà”, ha detto l’ex Presidente del Brasile, Lula, convenuto all’incontro.
La risposta all’AIDS è stata una forza trainante che ha portato ad un’espansione dell’accesso ai farmaci, con prezzi accessibili e qualità garantita per le popolazioni più povere (grazie alla riduzione dei prezzi e alla produzione di farmaci generici).
La solidarietà, la partecipazione, l'uguaglianza e il supporto costante hanno trasformato la lotta contro l'AIDS in un movimento globale per l'accesso universale al trattamento per l'HIV.
Sostenere e ampliare i progressi compiuti nella lotta contro l'AIDS richiede nuove implementazioni e strategie politiche, continui investimenti in ricerca e innovazione, contrastando l'autocompiacimento.
I commissari hanno convenuto che l'opportunità deve essere colta per proteggere e accelerare i progressi verso la fine della epidemia di AIDS, e che una nuova era di giustizia sociale, di sviluppo sostenibile e di salute deve essere introdotta. Il prossimo incontro della Commissione UNAIDS e Lancet si terrà in Brasile nel 2014.