Da Vancouver si è alzata una flebile voce africana, quella delle nonne. Il 7 settembre si è riunito l'African Grandmothers Tribunal, organizzazione che riunisce le nonne africane. Come è noto, l'AIDS in Africa sta lasciando orfana una generazione, si stima che in Africa ci siano 15 milioni di orfani da HIV; spesso questi bambini vivono con i nonni o con altri familiari più anziani. Le reti sociali familiari, anche se spesso insufficienti nelle grandi città africane, sono l'unico approdo per tanti bambini rimasti soli a causa della malattia. La generazione anziana rappresenta dunque una grande risorsa nel continente; è quanto viene espresso nell'appello che le nonne africane lanciano ai governanti del mondo: "è ora di riconoscere che le nonne sono in prima linea nella crisi dell'HIV/AIDS e i nostri diritti umani devono essere rispettati e protetti. Non permetteremo alla pandemia di AIDS di sconfiggere né distruggere le nostre comunità, ma non siamo in grado di farcela da sole. L'Africa non può sopravvivere senza di noi. Chiediamo di agire con urgenza e determinazione nel sostenere i nostri sforzi per assicurare la giustizia; è giunto il momento!"
Sono parole piene di speranza, pronunciate da anziani che hanno a cuore il futuro delle loro comunità, non pesi per la società ma persone che pesano nelle loro società. L'alleanza tra anziani e bambini può rappresentare quell'arca che traghetta l'Africa fuori dalla tempesta dell'AIDS.