Il 23 settembre UNAIDS ha pubblicato il Global Report sull'epidemia da AIDS 2013. Nel report viene sottolineata la marcata accelerazione verso il raggiungimento degli obiettivi del 2015. Le notizie sono incoraggianti, i commenti ottimisti.
Le nuove infezioni sono state 2.3 milioni nel 2012, una riduzione del 33% rispetto al 2001; tra i bambini la riduzione dei nuovi casi è stata del 52% rispetto al 2001, sono stati 260.000 nel 2012, la copertura con atiretrovirali tra le donne incinta è stata del 62% (esclusi i programmi con singola dose di Nevirapina).
Anche il numero di decessi legato all'AIDS si è ridotto del 30% rispetto al 2005, quando si è assistito ad un picco di mortalità da HIV. Anche il numero di pazienti HIV positivi morti per tubercolosi si è ridotto del 36% dal 2004.
Questi risultati sono stati possibili grazie alla sempre più larga diffusione della terapia antiretrovirale. Nell'ultimo anno si è assistito ad una grande accelerazione della diffusione della terapia: negli ultimi mesi del 2012 si è raggiunta la quota di 9.7 milioni di persone che avevano accesso agli antiretrovirali nei paesi a basso- e medio-reddito, questo dato rappresenta un aumento di quasi il 20% in un solo anno. L'obiettivo fissato dalle Nazioni Unite è di raggiungere 15 milioni di persone nel 2015.
Molti paesi si stanno impegnando, la spesa interna per l'HIV è aumentata in molti paesi a risorse limitate, anche se i fondi internazionali si stanno lentamente riducendo.
Il direttore esecutivo di UNAIDS, Michel Sidibé, ha scritto nell'introduzione al report: "gli stati membri delle Nazioni Unite hanno voluto delineare una serie di obiettivi ed impegni per l'eliminazione dell'HIV che sono sembrati ambiziosi e visionari. In realtà questi obiettivi rimangono raggiungibili - se riconosciamo la nostra responsabilità condivisa nella risposta all'AIDS e se mettiamo in pratica le molte lezioni che abbiamo imparato."