Nel corso dell’udienza generale di mercoledì 28 novembre, in vista del 1 dicembre, giornata mondiale contro l’AIDS, il Papa ha voluto ricordare i tanti bambini che ancora nascono con il virus.
“In particolare – è stato l'appello di papa Ratzinger –, il mio pensiero va al grande numero di bambini che ogni anno contraggono il virus dalle proprie madri, nonostante vi siano terapie per impedirlo. Incoraggio le numerose iniziative che, nell’ambito della missione ecclesiale, sono promosse per debellare questo flagello".
E’ noto infatti da molti anni che la terapia antiretrovirale somministrata alle madri durante la gravidanza, il parto e l’allattamento, è in grado di ridurre notevolmente, fin quasi ad annullarla, la percentuale di bambini che nascono infetti da madri sieropositive. Nei paesi europei e in nord America i bambini che nascono con l’HIV si contano ormai fortunatamente sulle dita di una mano, mentre sono ancora numerosi nel resto del mondo, soprattutto in Africa. Si calcola infatti che ogni anno nascano più di 300.000 bambini con HIV.
Per questo l’UNAIDS ha lanciato una campagna per l’eliminazione della trasmissione madre bambino entro il 2015, un obiettivo ambizioso ma possibile, a patto che si continui ad investire per sostenere le fragili strutture sanitarie nei paesi africani e per dare ad ogni donna incinta la possibilità di fare il test per l’HIV e di ricevere la terapia antiretrovirale.
E’ l’obiettivo di una generazione libera dall’AIDS, come ha ricordato Hilllary Clinton alla Conferenza Internazionale sull’AIDS che si è tenuta a Washington dal 22 al 27 luglio 2012.
La terapia data alle donne per prevenire l’infezione nel bambino ha anche un altro effetto molto importante: quello di proteggere la salute della madre stessa, diminuendone la mortalità. E’ quanto è emerso anche nell’ VIII Conferenza Internazionale del Programma DREAM, tenutasi a Roma il 22 giugno 2012. L’analisi dei dati derivati dalla lunga esperienza del programma DREAM, che ha finora seguito circa 20.000 gravidanze in donne HIV+ in diversi paesi africani, mostra come la terapia antiretrovirale non solo sia altamente efficace nel prevenire la trasmissione al bambino, con solo il 2% dei bambini che risultano infetti, ma porti anche ad una netta riduzione di quella parte di mortalità materna dovuta all’HIV.
Il problema, come ricorda il Papa, è quindi quello di garantire cure efficaci nel sud del mondo così come già accade nel nord. La terapia esiste, la trasmissione madre bambino si può evitare. Lo hanno dimostrato ormai vari studi scientifici e lo ha divulgato l’OMS fino all’ultimo aggiornamento nell’aprile del 2012: un cocktail di 3 farmaci per impedire al virus di riprodursi. Sono 230.000 i bambini morti nel 2011 nell’Africa sub-Sahariana a causa dell’AIDS. Questa cifra rappresenta il 91% di tutte le morti infantili dovute al virus dell’HIV a livello mondiale.
E’ tempo di agire: la strada c’è, bisogna solo percorrerla.