L’HIV/AIDS, insieme alla malaria e ad altre infezioni materne, rimane una delle cause di nascita pre-termine soprattutto in Africa. Combattere l’AIDS vuol dire quindi ridurre la prematurità e con queste la mortalità neonatale. Quale può essere la strada per giungere presto ad una riduzione di questo fenomeno? Secondo l'OMS la via maestra è la prevenzione ed il trattamento con i farmaci antiretrovirali, prima e durante la gravidanza nelle donne HIV+. Garantire l’assistenza prenatale a tutte le donne in stato di gravidanza, includendo screening, diagnosi e trattamento di infezioni, tra cui infezione da HIV è il modo migliore per ridurre drasticamente la mortalità infantile e la prematurità. Questo è ciò che sta già avvenendo tramite programmi di prevenzione prenatale e cura dell’HIV/AIDS che lavorano in diversi paesi dell’Africa sub-sahariana. I ricercatori del programma DREAM (Drug Resource Enhacement Against AIDS and Malnutrition), programma avviato nel 2002 dalla Comunità di Sant'Egidio, fondata da Andrea Riccardi per curare l’AIDS in Africa, oggi presente in 10 paesi dell’Africa sub-sahariana, già nel 2009 presentavano i risultati di una ricerca condotta su 3.273 donne HIV+ in gravidanza del Malawi e del Mozambico: l’utilizzo di terapia antiretrovirale è risultato essere fortemente associato alla riduzione della prematurità, indipendentemente dal numero dei CD4. Tali risultati sono stati presentati alla V conferenza internazionale IAS su “HIV: patogenesi, trattamento e prevenzione”, che si è tenuta a Cape Town, Sudafrica, nel 2009. Secondo uno studio pubblicato dallo stesso gruppo sulla rivista AIDS , la prematurità è risultata del 70% tra le donne non trattate con ART durante la gravidanza, rispetto all’8.5% tra le donne che avevano assunto terapia antiretrovirale per almeno 90 giorni prima del parto. La risposta ancora una volta è quindi quella di fornire il prima possibile l’ART a tutte le donne HIV-positive in gravidanza, raggiungendo anche i paesi a risorse limitate, per ridurre non soltanto la mortalità materna, ma migliorando anche gli outcome,tra i quali la prematurità, che provoca ancora troppe e inaccettabili morti.