21 novembre 2012

Curare i bambini per il futuro dell'Africa


Entro il 2025 un bambino su tre sarà africano. E’ quanto emerge da una ricerca (Generation 2025 and beyond ) pubblicata ieri dall’UNICEF in occasione della giornata mondiale dell’infanzia. Il 20 Novembre ricorre infatti la giornata in cui si ricorda la proclamazione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione dei Diritti dell’Infanzia e della Convenzione sui Diritti del Fanciullo, nel 1959 e nel 1989 rispettivamente. Secondo le proiezioni dell’UNICEF, sarà la Nigeria ad avere il maggiore incremento in assoluto della propria popolazione - del 41% tra il 2010 e il 2025- con 31 milioni di bambini in più. Allo stesso tempo, è in Nigeria che si registrerà un decesso su otto nella fascia tra i minori di 18 anni. I numeri pubblicati prefigurano uno scenario preoccupante, poiché saranno le nazioni del Sud del mondo, quelle con le maggiori difficoltà economiche e sociali, a registrare gli incrementi maggiori.
Nonostante il consenso ormai mondiale ad una carta, quella delle Nazioni Unite, che sancisca i diritti fondamentali dei nostri figli, resta ancora da raggiungere nella pratica un diritto fondamentale per ogni bambino, che è il diritto alla cura. 
Secondo il Report pubblicato dall’UNICEF nel 2011 (Global HIV/AIDS response) , in collaborazione con OMS e UNAIDS, alla fine del 2010 erano 3.4 milioni i bambini da 0 a 15 anni con HIV (di cui il 90% in Africa sub-Sahariana). Sono 390.000 le nuove infezioni ogni anno, delle quali 350.000 in Africa (30% in meno rispetto al 2001). Sempre nello stesso anno, si stima che siano morti 250.000 bambini per malattie AIDS-correlate, il 20% in meno rispetto al 2005, ma un numero ancora troppo alto. Delle 250 mila morti, 230 mila sono avvenute in Africa. Anche la lotta globale contro la TB vede nei bambini un aspetto problematico: rimane complicata la diagnosi tra i minori, il trattamento non è adeguato e non raggiunge i bambini con co-infezione HIV/TBC. Secondo un recente studio dei Medici Senza Frontiere, il problema risiede ancora una volta nei test diagnostici. Dai dati raccolti in 18 paesi per un periodo di circa 18 mesi, il 93% dei bambini negativi ai comuni test per TBC sono poi risultati positivi alla malattia. Lo studio è stato presentato alla 43ª Conferenza Mondiale sulle malattie polmonari che si è tenuta a Kuala Lumpur, Malesia, dal 13 al 17 novembre 2012  .
In questi giorni in cui tutto il mondo riflette  sui diritti dell’infanzia, vogliamo riportare dei dati positivi, che sono quelli pubblicati nell’ottobre di quest’anno dal Programma DREAM , programma della Comunità di Sant'Egidio fondata da Andrea Riccardi per la cura dell’AIDS in Africa. Dal suo inizio, nel 2002, sono 195.000 le persone assistite, di cui 33.000 minori di 15 anni. Degli 83.000 pazienti in trattamento con la triterapia antiretrovirale, 9.000 sono bambini; sono 18.500 i bambini nati sani dal programma di prevenzione verticale. 
DREAM garantisce non solo la cura e quindi la sopravvivenza di tanti bambini malati, ma anche la nascita di generazioni libere dal flagello dell’HIV. Il continente africano rinasce a partire dai bambini!