3 giugno 2013

HIV senza veli: descritta la forma del virus



Prendete 64 milioni di atomi, per un totale di 1300 proteine, a formare 216 esagoni e 12 pentagoni; assemblateli a formare una struttura conica. Così dovrebbe apparirci la struttura esterna proteica dell'HIV se potessimo vederla ad occhio nudo. I ricercatori dell'università di Pittsburg, Illinois, hanno fatto qualcosa di simile in uno studio pubblicato su Nature. Schulten e colleghi si sono serviti delle enormi capacità di calcolo di  un nuovo super-computer, chiamato Blue Waters, del National Center for Supercomputing Applications dell'Università dell'Illinois. Tale pubblicazione getta una luce in più sulla struttura del virus e su alcune fasi del suo ciclo ancora poco note.
Studi precedenti avevano mostrato che il capside (così viene chiamato tale involucro del virus) era formato da un numero non meglio precisato di proteine a formare una struttura conica.
Il capside ha un ruolo fondamentale nel ciclo replicativo del virus, quello di proteggere il materiale genetico, come una cassaforte, che si deve aprire al momento giusto.
Quando il virus infetta la cellula, infatti, il capside deve lasciare uscire l'RNA perchè questo possa iniziare i processi necessari alla formazione di altri virus. Questa fase del ciclo replicativo di HIV viene chiamata uncoating (letteralmente svestimento), ed è ancora relativamente poco nota e poco studiata dal punto di vista farmacodinamico. Una volta replicato il materiale genetico del virus e sintetizzate le proteine necessarie, un nuovo capside si riassembla intorno al nuovo materiale genetico e la particella virale viene espulsa dalla cellula, pronta per infettare altre cellule.
La pubblicazione di Schulten e colleghi è importante perchè porta avanti la ricerca su queste fasi della replicazione del virus aprendo ad ulteriori sbocchi farmacologici oggi sempre più necessari.