Sono ormai più di mille i morti provocati dal virus Ebola,
nel focolaio più vasto mai verificato di questa malattia, che colpisce Guinea, Liberia, Sierra Leone e
con qualche caso in Nigeria. E’ la Liberia il paese dove attualmente l’epidemia
sta viaggiando più rapidamente, con 45 casi (sospetti o confermati) e 29 morti
negli ultimi 3 giorni.
Nel mese di marzo è stato reso noto che si erano verificati
casi di Ebola nella zona di Gueckedou, regione
frontaliera tra Guinea, Liberia e Sierra Leone.
Fino al 31 luglio l’OMS non raccomandava alcuna restrizione
a viaggi o commerci da e con i paesi interessati, ma il 7 agosto infine ha dichiarato che l’epidemia costituisce un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale.
La presidente della Liberia, Ellen Sirleaf Johnson ha
decretato lo stato di emergenza il 6 agosto, insieme ad una serie di altre
misure volte a contenere l’epidemia
Nella capitale della liberia, Monrovia, l’epidemia ha
costretto alla chiusura uno degli ospedali più antichi, il St. Joseph's
Catholic Hospital, retto dall’ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio
( Fatebenefratelli). In pochi giorni infatti sono morti a causa della malattia il
direttore dell’ospedale, fra Patrick Nshamdze, il priore padre Miguel Pajares, due suore, due infermiere e un operatore
sociale.
Fra Patrick era originario del Camerun, aveva studiato in
Italia e aveva emesso la professione solenne nella chiesa dell'Isola Tiberina
di Roma.
Padre Miguel Pajares, di 75 anni era spagnolo, era stato
rimpatriato in Spagna pochi giorni fa per essere curato, aveva anche ricevuto
il siero MZapp statunitense, ma non è riuscito a superare la malattia.
Anche Papa Francesco ha rivolto un pensiero alle vittime di
Ebola. Domenica all’Angelus, dopo gli appelli per Iraq e Gaza ha detto: «Preghiamo anche per le vittime del
virus «Ebola» e per quanti stanno lottando per fermarlo».
Nessun commento:
Posta un commento
Che ne pensi?