La
massiccia espansione a livello globale degli interventi su l’HIV ha trasformato negli anni l’epidemia da AIDS e con essa il più vasto panorama della sanità pubblica,
dimostrando che il diritto alla salute può essere realizzato anche nelle più
difficili circostanze.
È
quanto riporta un recente documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS). La strategia è stata ed è tuttora finalizzata a massimizzare
collegamenti e sinergie con aree vitali della salute pubblica, in modo da
migliorare i risultati di salute generale e rafforzare sistemi sanitari e
comunitari per azioni sostenibili.
Il
settore dell’HIV è infatti destinato ad influenzare altri settori, adottando
politiche che riflettono quelle che sono le priorità per la salute pubblica.
Per
quanto riguarda la lotta all’HIV/AIDS, sostanziali e per certi versi
straordinari sono stati i progressi compiuti negli ultimi 3-4 anni,
soprattutto nelle aree in cui sono stati fissati obiettivi chiari di
distribuzione dei servizi (tra gli altri: trattamento per l’HIV, programmi di
prevenzione della trasmissione madre-figlio del virus, prevenzione e
trattamento della tubercolosi e di tutte le co-infezioni).
Tuttavia
questo report sottolinea anche la disomogeneità della risposta all’HIV in
materia di interventi tra i diversi paesi, comunità e popolazioni, e le
notevoli opportunità che esistono per sostenere ed estendere i recenti
miglioramenti, con uno sguardo alla fine dell’epidemia entro il 2030.
Quella
della lotta all’HIV è una lezione da cui partire per mettere in atto
sforzi per raggiungere una copertura sanitaria universale, uno degli elementi
chiave del programma di sviluppo post-2015, offrendo a tutte le persone
l'accesso a servizi sanitari di alta qualità di cui hanno bisogno, senza
sottoporli a difficoltà finanziarie.
Quali
sono quindi le direzioni strategiche da intraprendere? Utilizzare la terapia
antiretrovirale come prevenzione, mettendo sempre più persone in trattamento
allargando i criteri di eleggibilità; aumentare la copertura dei servizi per la
prevenzione verticale della trasmissione del virus; aumentare il numero di bambini in
terapia; rafforzare la retention in care e
l’aderenza al trattamento. L’integrazione dei servizi di prevenzione e
trattamento della tubercolosi, dei programmi di cura prenatali, dei servizi per
le epatiti virali appare una strategia importante, insieme alla costruzione di
solidi e sostenibili sistemi di salute nazionali.
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