25 agosto 2014

Botswana: terapia antiretrovirale gratuita per i detenuti stranieri


Il Botswana sta fronteggiando l'infezione da HIV con grandi successi, non ultimo la somministrazione gratuita della cura ai detenuti stranieri, secondo quanto dichiarato recentemente da una sentenza dell'Alta Corte.
Il Botswana è uno stato piuttosto esteso dell’Africa australe, situato nella parte più inospitale e desertica dell’Africa meridionale. Domina il territorio un altopiano. Circa il 70% del paese è occupato dal deserto del Kalahari. Privo di accesso al mare a causa della definizione coloniale dei suoi confini ma collegato ad esso attraverso il fiume Limpopo che giunge fino in Mozambico. 
L’indipendenza dal protettorato britannico, avvenuta nel 1966, insieme alla scoperta di giacimenti minerari e alla stabilità da politica (da sempre in Botswana esiste una convivenza pacifica tra bianchi e bantu, espressa anche dai colori della bandiera nazionale), hanno fatto del Botswana uno degli stati più ricchi del continente.
La popolazione del Botswana si è triplicata in trent’anni, con una crescita annua del 2%. Tuttavia dal 2000 tale crescita si è arrestata e ha vissuto un’inversione di tendenza. Tra le cause: gli effetti devastanti della diffusione dell’HIV. In quegli anni infatti la struttura demografica appariva costituita per il 40% da giovani sotto i 15 anni, mentre solo il 5% aveva più di 60 anni: la popolazione adulta falcidiata dal virus lasciando migliaia di orfani.
Secondo le più recenti stime UNAIDS (2013), la prevalenza dell’HIV tra gli adulti è di circa il 20%.
Dei circa 2 milioni di abitanti (stima 2012), 320.000 sono HIV positivi, tra cui 11 mila bambini. Circa 96,000 gli orfani a causa dell’HIV/AIDS.
Secondo il rapporto UNAIDS The Gap Report (vedi post), le nuove infezioni tra i bambini sono diminuite del 50%. Le morti AIDS correlate hanno visto una diminuzione del 58%, con un accesso alla terapia antiretrovirale tra gli adulti maggiore del 40%.
In questa politica di maggiore accesso al trattamento tra la popolazione del Botswana, si inserisce la notizia apparsa recentemente su allAfrica: l’Alta Corte ha ordinato al governo di fornire farmaci antiretrovirale ai detenuti stranieri. Il rifiuto del trattamento violerebbe infatti i loro diritti costituzionali.
Questa decisione ha quindi affermato che il governo è legalmente obbligato a fornire immediatamente il trattamento ARV salva-vita ai detenuti stranieri che vivono con HIV.
Secondo la corte inoltre tale intervento è fondamentale per affrontare in modo efficace l’HIV.
In questo modo è infatti possibile anche proteggere gli altri prigionieri dal rischio di contrarre non solo l’HIV, ma anche altre patologie AIDS- correlate come la tubercolosi.
La Corte ha respinto l’argomentazione del governo secondo la quale non ci sono fondi sufficienti.
“Decisione storica: il governo non può più semplicemente sostenere che l’accesso al trattamento ARV è troppo costoso”, ha dichiarato Priti Patel del Southern Africa Litigation Centre (SALC), cha ha fornito assistenza al caso.
Tale intervento risponde prontamente a quanto scritto nel rapporto UNAIDS sulle popolazioni chiave (Consolidated guidelines on HIV prevention, diagnosis, treatment and care for key populations).
I prigionieri sono infatti una delle 5 popolazioni chiave verso le quali deve concentrarsi l’azione dei governi per debellare l’infezione da HIV. Spesso infatti le persone a più alto rischio di infezione da HIV non hanno accesso ai servizi sanitari di cui hanno bisogno.
La mancanza di prestazioni adeguate verso queste popolazioni potrebbe minacciare il progresso della risposta globale contro l’HIV.




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