7 agosto 2014

Monitoraggio della carica virale dell'HIV: gold standard anche per i paesi poveri

Il monitoraggio routinario della carica virale (CV) nei pazienti HIV positivi in trattamento è ormai da tempo raccomandato a livello internazionale (vedi post). Nel 2013 l’OMS ha indicato la carica virale come la strategia migliore per diagnosticare e confermare il fallimento della terapia antiretrovirale.
È di recente pubblicazione un nuovo report dell’OMS. Scopo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è quello di fornire una guida di alto livello su attuazione e scaling up del test della CV dell’HIV all’interno di programmi ministeriali, utilizzando un approccio in tre fasi: (1) pianificazione; (2) scale-up; e (3) sostenibilità.


Nei paesi occidentali, da tempo questo esame è diventato il gold standard per il monitoraggio del fallimento terapeutico. Tuttavia la sua disponibilità in contesti a risorse limitate è stata ristretta a causa dei costi proibitivi (40-80 dollari per test - reagenti e materiale di consumo) per i requisiti della raccolta e del trasporto dei campioni e per la necessità della presenza di un laboratorio adeguato e di personale  ben formato.
A causa di queste barriere  finanziarie e operative, criteri clinici ed immunologici venivano inizialmente indicati come parametri per determinare il fallimento della terapia. Tuttavia negli anni numerosi studi hanno dimostrato lo scarso valore predittivo dei criteri immunologici dell’OMS e hanno dimostrato che ritardare il rilevamento di fallimento del trattamento porta ad un accumulo della resistenza dell’HIV nei confronti del farmaco.
Il programma DREAM con fatica e tenacia ha voluto garantire ai suoi pazienti fin dall’inizio la stessa qualità di trattamento dei pazienti che vivono nei paesi occidentali. Effettuare infatti sistematicamente la CV, la conta dei CD4 ed altri esami del sangue, ha avuto il merito di aver introdotto degli alti standard di qualità nel monitoraggio della terapia antiretrovirale, del suo successo, e della prevenzione materno infantile. Questo è stato possibile grazie ai laboratori di biologia molecolare (20 nei 10 paesi dell’Africa sub-sahariana in cui DREAM è presente) che rivestono un importante ruolo all’interno dei sistemi sanitari nazionali, lavorando anche per altre strutture e programmi di lotta all’AIDS.
È necessario quindi affrontare le sfide per l’attuazione del monitoraggio della CV anche in tali contesti, creando una rete che sostenga e consenta l’utilizzo del test della CV anche nei paesi con meno risorse.
Il report dell’OMS affronta le strategie per pianificare e implementare tale rete, tenendo conto delle risorse umane, dei necessari requisiti delle infrastrutture, della necessità di monitoraggio, valutazione e manutenzione, della qualità dei sistemi di gestione e della formazione degli addetti ai lavori.
Questa guida è destinata a fungere da punto di riferimento per i paesi, sia che essi vogliano implementare sia che vogliano procedere con lo scaling up del test di carica virale.

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