L’appuntamento
rappresenta ogni anno un’importante occasione per riflettere sulla condizione
dell’infanzia nei Paesi africani dove fame, malattie - Aids in particolare -,
analfabetismo e guerre rendono incerte e difficili le prospettive di sviluppo
del Continente.
La
data ricorda il giorno in cui, nel 1976, a Soweto, in Sudafrica, migliaia di
studenti scesero in piazza per protestare pacificamente contro la scarsa qualità
dell’educazione scolastica impartita ai neri sotto il regime dell’apartheid, e
per chiedere di poter studiare nelle proprie lingue natie. La polizia armata
rispose con la forza sparando sui dimostranti. Gli scontri durarono per i dieci
giorni successivi, portando all’uccisione di circa 500 persone tra bambini,
giovani adolescenti e adulti.
Nel
1991, anno dell’abolizione della segregazione razziale in Sudafrica, l’Organizzazione
per l’Unità Africana (OUA) proclamò il 16 giugno come il giorno del ricordo
delle vittime della marcia di Soweto, emblema del coraggio e della lotta per i
diritti di tutti i bambini oppressi del Continente.
In
Africa i bambini sono i più esposti alla povertà e alle malattie.
La
fame è uno dei primi problemi che vivono i bambini nel mondo.
Il
primo degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) è quello di sradicare la povertà
estrema e la fame e dimezzare entro il 2015 la percentuale di persone il cui
reddito è inferiore a 1 dollaro al giorno.
La
malnutrizione infantile è legata a numerosi fattori: oltre infatti alla
costante mancanza di cibo, al consumo di acqua non potabile, le malattie
infettive contribuiscono a peggiorare il quadro.
La
denutrizione amplifica infatti l’effetto di ogni malattia, compreso l’HIV.
Esiste una sovrapposizione delle regioni colpite dall’HIV con quelle colpite
dalla malnutrizione. Tale coincidenza è molto evidente in Africa sub-sahariana,
dove la carenza di nutrimento e l’insicurezza alimentare sono realtà
quotidiane.
L'HIV/AIDS e
la crisi alimentare si combinano per formare un circolo vizioso: la
malnutrizione abbassa le difese immunitarie e aumenta il rischio e la severità
delle infezioni.
E’ evidente
che una buona nutrizione non guarisce dall’HIV/AIDS, ma rappresenta un aiuto
terapeutico essenziale e complementare alle terapie antiretrovirali.
Nel mondo i
bambini sotto i 5 anni malnutriti sono 165 milioni ,
con una riduzione del 35% rispetto al 1990.
Preoccupante è
anche la malnutrizione durante la gravidanza, condizione associata ad un aumento del rischio di
mortalità materna e neonatale, a difetti di crescita nei primi due anni di
vita, a scarsa produzione di latte con rischio aumentato di mortalità nei primi
due anni di vita del bambino.
Al
primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio se ne legano altri due:
la
riduzione della mortalità infantile (OSM 4) e la lotta contro HIV/AIDS, malaria
e altre malattie (OSM 6).
Il
numero dei decessi nei bambini sotto i 5 anni è sceso da 12,4 milioni nel 1990
a 6,6 milioni nel 2012, circa 17.000 morti in meno ogni giorno. Un numero che
rimane ancora troppo alto. In Africa sub-sahariana le morti sono ancora troppe:
un bambino su dieci muore prima di aver raggiunto il quinto anno di vita.
Nel
2012 l’HIV/AIDS ha fatto più di 210.000 vittime tra i bambini con un’età
inferiore a 15 anni. Di tutte queste morti, più del 90% sono avvenute in
Africa.
L’obiettivo
finale deve essere quindi quello che tutti i bambini, indipendentemente dalla loro
provenienza o condizione, abbiano accesso a cure e cibo, perché le morti dovute
a malattia e malnutrizione sono morti evitabili.
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