Circa la metà della popolazione mondiale è a rischio di
malaria. Si stima che nel 2013 ci siano stati 198 milioni di casi di malaria e
che la stessa abbia causato 584 mila decessi . La maggior parte dei casi e
delle morti si verifica in Africa sub-sahariana, dove muore 1
bambino ogni minuto.
Eppure la malaria è una malattia prevenibile e curabile.
Le misure di prevenzione stanno riducendo drasticamente il
peso di questa malattia in molti luoghi.
Dal 2000, i tassi di mortalità sono diminuiti del 47% a
livello globale e del 54% nella regione africana.
Ancora particolarmente a rischio i bambini che non hanno sviluppato
l’immunità protettiva contro le forme più gravi della malattia e le donne in
gravidanza. Contrarre la malaria durante la gestazione può provocare alti tassi
di aborto spontaneo e portare alla morte materna. Aumenta inoltre il rischio di
dare alla luce neonati di basso peso. Da non sottovalutare, le donne in
gravidanza HIV positive hanno un elevato rischio di trasmettere l’infezione da
HIV ai loro neonati.
Eppure le modalità per prevenire un tale flagello sono
disponibili. L’OMS raccomanda l’utilizzo di zanzariere con insetticida (che
dovrebbero essere consegnate durante le visite per il controllo prenatale a
tutte le donne in gravidanza viventi nei paesi a rischio) insieme all’utilizzo
di insetticidi all’interno delle abitazioni, anche se è in aumento la
resistenza agli stessi.
Inoltre, l'OMS raccomanda il trattamento preventivo
intermittente con sulfadossina-pirimetamina per le donne incinte che vivono in
aree ad alta trasmissione. Allo stesso modo, per i bambini che vivono in aree
ad alta trasmissione in Africa, raccomanda 3 dosi di trattamento preventivo con
lo stesso farmaco, da somministrare in concomitanza delle vaccinazioni di routine.
Nonostante le raccomandazioni, almeno tre
quarti dei decessi per malaria si verificano in bambini sotto i 5 anni. Nel
2013, solo 1 bambino su 5 affetto da malaria ha ricevuto il trattamento efficace,
e 15 milioni di donne in gravidanza non hanno ricevuto la profilassi
raccomandata. Inoltre si stima che 278 milioni di persone in Africa vivono in
famiglie che non posseggono zanzariere trattate con insetticida.
Rispetto agli 11 milioni nel 2005, nel 2013 sono stati
acquistati 392 milioni di farmaci per la malaria (terapia combinata con la
artemisina-ACT), tuttavia milioni di persone non sono ancora state raggiunte
dalla terapia, soprattutto perché le comunità più colpite dalla malattia vivono
in zone isolate con limitato accesso ai centri di cura. Nonostante i test
rapidi per la diagnosi siano ampiamente disponibili, quasi il 40% delle
persone con sospetta malaria che si rivolge a strutture sanitarie in Africa non
viene testato.
In occasione del World Malaria Day del 25 aprile, è stata
ribadita “l’urgenza di ampliare le misure di prevenzione, di diagnostica e di trattamento per ridurre le sofferenze
causate dalla malaria” (Dr Hiroki Nakatani, Vice Direttore OMS per HIV/AIDS,
tubercolosi, malaria e malattie tropicali).
È proprio di questi giorni la pubblicazione dell’aggiornamento
delle linee guida per il trattamento della malaria. Esse comprendono le ultime raccomandazioni per la profilassi di neonati,
bambini sotto i cinque anni e donne in gravidanza. Le linee guida aggiornate
dovrebbero aiutare ad espandere l’accesso ai trattamenti raccomandati.
Per accelerare il progresso verso l’eliminazione, l’OMS ha
sviluppato una nuova strategia che sarà riesaminata dall’Assemblea Mondiale
della Sanità nel maggio 2015. L’obiettivo è quello di ridurre il carico di
malattia del 40% entro il 2020 e del 90% entro il 2030.
È necessario portare la lotta per la malaria ad un livello successivo,
aumentando l’impegno politico e finanziario e rafforzando i sistemi sanitari
locali.
Per approfondimenti: World Malaria Report 2014
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