Si è concluso ieri a Roma il quinto Congresso Nazionale
di Telemedicina e Sanità Elettronica, che ha visto il susseguirsi di diverse
sessioni scientifiche che hanno analizzato l’applicazione della telemedicina
alle diverse branche della medicina classica.
La telemedicina è uno strumento di innovazione
tecnologica che consente il monitoraggio dei pazienti attraverso l’impiego di
sistemi di telecomunicazione che si avvalgono della cooperazione di differenti
professionalità. Scopo della SIT (Società Italiana di Telemedicina) è
quello di contribuire al miglioramento dei servizi sociosanitari, attraverso l’innovazione
tecnologica nel campo della e-health,
della telemedicina e di tutti i servizi e le applicazioni ad esse collegate.
L’utilizzo della telemedicina apre a nuove speranze anche per l’Africa, così come hanno
descritto i diversi interventi esposti nella sessione di giovedì mattina in cui
si è parlato di cooperazione internazionale. Presenti tra l’altro
rappresentanti di Medici con l’Africa CUAMM,
del Programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio e della Global Health and Telemedicine (GHT).
I diversi interventi hanno esposto come sia
possibile applicare la telemedicina anche a zone rurali dove non c’è rete
telefonica e dove la corrente elettrica è presente per poche ore al giorno. E’
il caso del lavoro condotto a Chiulo, in Angola, dal CUAMM, dove ci si avvale
della rete satellitare per inviare i teleconsulti.
Ma è anche il caso del telemonitoraggio attivo condotto
nei 42 centri DREAM per la cura dell’HIV -e non solo- presenti in 10 paesi dell’Africa
sub-sahariana. Il Direttore ICT del programma, il Dott. Peroni, ha illustrato i
risultati raggiunti fino ad adesso: 270.000 le persone assistite, 1 milione e
mezzo le persone che in questi anni hanno usufruito del programma e oltre
50.000 i bambini nati sani dalla prevenzione verticale del virus HIV. A
favorire un tale successo, oltre alla professionalità degli operatori (tutti locali) e al valore umano
dato ad ogni singolo paziente, caratteristica della Comunità di Sant’Egidio, l’informatizzazione
delle cartelle cliniche tramite l’utilizzo di un software che mette in
collegamento lo studio del medico alla farmacia per la consegna farmaci e al
laboratorio per il risultato delle analisi.
Inoltre nei Centri DREAM di Tanzania, Mozambico, Malawi e Congo
sono stati aperti negli ultimi anni grazie a GHT, centri di telemonitoraggio
che consentono di inviare teleconsulti ad un team di plurispecialisti italiani
che prestano il loro servizio gratuitamente. A muoversi non sono quindi i pazienti ma le
informazioni: elettrocardiogrammi, lastre, grafici di saturimetrie.
Si viene a
creare in questo modo un nuovo tipo di cooperazione sanitaria ad alto impatto e
a basso costo, che apre a nuove speranze per il paziente africano che potrà
avvalersi sempre più dell’eccellenza sanitaria del mondo ricco.
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