Il progetto è dell’EGPAF (Elizabeth Glaser Pediatric AIDS Foundation Mozambique), finanziato dagli Stati Uniti attraverso i CDC (Centers for Disease Control and Prevention) del Mozambico e il PEPFAR (President’s Emergency Plan for AIDS Relief), in associazione con il MISAU (Ministero della Salute del Mozambico).
Le cliniche rappresentano un contributo agli sforzi internazionali per l’eliminazione delle nuove infezioni nei bambini entro il 2015.
Secondo l’amministratore delegato dell’EGPAF, Fernando Morales, con tali cliniche si intende estendere i servizi di cura dell’HIV fino alle aree più rurali della provincia. Le cliniche offriranno counselling, test rapido e trattamento per l’HIV, servizi di laboratorio, includendo esami del sangue per sifilide, malaria e conta del numero dei CD4.
Secondo l’amministratore delegato dell’EGPAF, Fernando Morales, con tali cliniche si intende estendere i servizi di cura dell’HIV fino alle aree più rurali della provincia. Le cliniche offriranno counselling, test rapido e trattamento per l’HIV, servizi di laboratorio, includendo esami del sangue per sifilide, malaria e conta del numero dei CD4.
L’obiettivo è di raggiungere nel paese l’80% di copertura con antiretrovirali, riducendo del 90%, entro il 2015, le infezioni tra i bambini. Inoltre si vuole ridurre del 50% la mortalità materna legata all’HIV, migliorando l’accesso al trattamento per le donne in gravidanza HIV positive, indipendentemente dal loro stadio clinico ed immunologico. Le cliniche vogliono inoltre provvedere ad integrare servizi di cura prenatali, di diagnosi e trattamento per la tubercolosi.
Si vuole arrivare a 5 cliniche mobili entro la fine dell’anno. Tramite queste sarà possibile prendere in cura un numero maggiore di malati, se si tiene conto che a fine dicembre 2012, solo il 29% dei pazienti pediatrici e il 59% degli adulti erano raggiunti dalla copertura con antiretrovirali, in una regione in cui si registra la più altra prevalenza dell’HIV del Paese (25,1% secondo i dati UNAIDS).
Tale intervento si inserisce negli sforzi fatti dal governo mozambicano per riuscire a sconfiggere la piaga dell’HIV nel Paese. Tra le azioni compiute, anche l’accordo firmato nel luglio 2011 con la Comunità di Sant’Egidio con il quale si chiede l’appoggio del programma DREAM per raggiungere l’obiettivo di azzerare le nuove infezioni, specialmente la trasmissione da madre a figlio, nelle strutture pubbliche di tutte le provincie del Paese. Riconosciuto nella provincia di Gaza il maggior bisogno di intervento, DREAM ha compiuto all’inizio dell’anno corsi di formazione nei centri di salute della zona. Ora si cominciano a vedere i primi risultati: sono nati infatti i primi bambini dal programma di prevenzione verticale. L’intervento di DREAM, formando il personale sanitario locale, ha permesso di implementare nella regione un trattamento di qualità per la prevenzione della trasmissione materno-infantile. Da febbraio i centri hanno iniziato a fare il test per l’HIV a tutte le donne in gravidanza. Tutte coloro che sono risultate positive hanno iniziato il trattamento per la prevenzione verticale secondo il protocollo DREAM, seguendo l’Opzione B+ dell’OMS (terapia senza interruzione a tutte le donne in gravidanza indipendentemente dallo stato clinico ed immunologico). La diagnosi precoce e un trattamento di qualità (tripla terapia antiretrovirale a tutte le donne HIV positive in gravidanza), guardando alla salute delle donne e a quella dei bambini, divengono la vera prevenzione nella lotta all’AIDS.