20 maggio 2013

La crisi silenziosa: notizie dalla Repubblica Centrafricana




La Repubblica Centrafricana sta attraversando una pesante crisi sanitaria e umanitaria. Il paese, che figura al 180° posto (su 186) nella classifica dello sviluppo umano, ha una prevalenza di HIV del 6%, la più alta nella regione
Inoltre, secondo alcuni studi il tasso di fallimenti terapeutici è molto alto, circa il 30% dei pazienti in terapia da due anni. Il sistema sanitario non ha sufficienti capacità per fare fronte alle complessità del trattamento, a causa della scarsità di personale qualificato, mancanza di disponibilità di seconde linee, frequenti rotture di stock e monitoraggio laboratoristico estremamente insufficiente. Tutti questi sono elementi di una più complessiva crisi sanitaria, a lungo dimenticata a livello nazionale e internazionale.
Al di fuori di Bangui, le poche strutture di salute sono portate avanti da ONG, ma nelle zone più rurali è disponibile solo assistenza sanitaria di base. Secondo un draft-report ministeriale, solo il 26% delle persone che vivono in aree rurali ha accesso al trattamento della malaria. Anche i medici di MSF sottolineano come la situazione sia drammatica, in un report che mette in luce gli elevati livelli di mortalità, dovuti in gran parte a malattie prevenibili e trattabili, tra cui la malaria (prima causa di morte tra i bambini), la tubercolosi, l’HIV e la malattia del sonno.
La situazione negli ultimi tempi si è aggravata a causa degli spostamenti di popolazione dovuti agli attacchi dei ribelli. La dislocazione della popolazione impedisce di dedicarsi all’attività agricola e quindi la situazione alimentare peggiora.
Il 24 marzo 2013 le truppe ribelli Seleka sono entrate a Bangui e hanno cacciato il presidente François Bozizè. Quasi due mesi dopo, la situazione stenta a tornare alla normalità sia a Bangui che nelle zone circostanti.