Gli uomini con HIV procedono verso l'immunosoppressione più velocemente delle donne; è quanto è emerso da uno studio pubblicato su HIV Medicine condotto su pazienti sudafricani.
Dopo l'infezione con HIV il virus si replica e comincia ad attaccare il sistema immunitario dell'ospite, generalmente ci mette anni a distruggerlo e a dar segno di sè; senza intervento terapeutico le difese immunitarie cadono e il virus si replica sempre più portando a morte il paziente (vedi figura). Per monitorare lo stato dell'immunodepresisone si utilizza la conta dei linfociti T CD4+, speciali globuli bianchi colpiti dal virus; i CD4 sono anche utilizzati per decidere quando iniziare la terapia per invertire il trend: solo sotto una determinata soglia di CD4 si inizia il trattamento. Dopo alcuni mesi di terapia infatti i CD4 risalgono e il livello di virus nel sangue si riduce. Oggi le linee guida dell'OMS prevedono di iniziare il trattamento quando i CD4 scendo sotto i 500/µl.
Lo studio in questione ha mostrato che negli uomini la discesa dei livelli di CD4 è molto più rapida. Al tempo in cui è stato condotto lo studio le linee guida sudafricane prevedevano l'inizio della terapia antiretrovirale al di sotto di 350 CD4/µl; i ricercatori hanno evidenziato che mentre le donne mediamente impiegavano circa 3 anni per scendere da 500 a 350 CD4, gli uomini impiegavano circa 12 mesi. Con le nuove linee guida sudafricane che raccomandano l'inizio del trattamento con CD4 inferiori a 500 gli uomini impiegavano mediamente 8 mesi a raggiungere tale livello di CD4 contro i 17 mesi delle donne. Quali siano le cause di tali differenze è una domanda ancora lontana da avere una risposta.
Si tratta del primo studio sulle differenze di tempi di progressione negli uomini e nelle donne, ma se i dati fossero confermati suggerirebbero la necessità di linee guida diversificate per uomini e donne.
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