Una buona retention (rimanere collegati al percorso di cure)
è indispensabile al fine di prevenire l’emergere di resistenze virali che
potrebbero rendere inefficace la terapia. Un recente studio condotto in Tanzania
ha mostrato le difficoltà a tenere i pazienti in cura in questo paese. In molti
contesti, non essendo possibile il monitoraggio routinario delle resistenze nei
pazienti, per motivi di costo, vengono monitorati quegli indicatori,
relativamente facili da misurare, che indicano un livello sufficiente per
prevenire le resistenze. Gli indicatori principali il cui monitoraggio è
raccomandato dall’OMS sono: 1) la percentuale di pazienti che iniziano un
corretto regime terapeutico, sul totale di quelli che iniziano la ARV, 2) la percentuale di pazienti persi di vista dopo
12 mesi di terapia, 3) la percentuale di pazienti che sono ancora in
trattamento di prima linea dopo 12 mesi di terapia.
Uno studio retrospettivo è stato effettuato in Tanzania sui
pazienti di 35 cliniche, per verificare questi indicatori.
Il livello del primo
indicatore è al 100%, cioè in tutte le cliniche i pazienti sono iniziati
secondo un corretto protocollo terapeutico, tuttavia per quanto riguarda gli
altri indicatori le performances sono scarse. In particolare, la percentuale di
pazienti persi di vista dopo 12 mesi di terapia è risultata del 26%, superiore
al target fissato dall’OMS (<20%) mentre la percentuale di pazienti che sono
ancora in terapia di prima linea dopo un anno di terapia è risultata del 54%,
inferiore al target fissato dall’OMS (>70%)
In questo studio non sono stati identificati fattori che
influiscono positivamente sulla retention. La retention non era maggiore negli
ospedali rispetto alle strutture più piccole, la presenza di home care non
portava a miglioramenti, e per i pazienti, venire da distanze più lunghe non
peggiorava la retention.
In conclusione, sicuramente bisogna lavorare per il
miglioramento di questi indicatori al fine non solo di prevenire le resistenze
ma di fornire un livello più elevato di cure alle persone con HIV.
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