3 luglio 2014

Invecchiamento e HIV

Già alla fine del 2013 UNAIDS aveva pubblicato un report su HIV ed età (vedi post). 

Negli anni si è registrato infatti un aumento delle persone HIV positive con più di 50 anni di età. Una quota che cresce, di cui quasi un terzo nei paesi  ad alto reddito e circa il 10% nei paesi a basso reddito.
I sistemi  sanitari devono dunque interrogarsi su questo aspetto, per essere pronti a rispondere alle esigenze di questi malati. Nessuno infatti conosce quale sarà la qualità della vita di coloro che stanno diventando anziani con HIV/AIDS.
Ricercatori del St. Michael’s Hospital stanno lavorando su questo e la loro ricerca sarà pubblicata sulla rivista Current Opinion in HIV and AIDS.

Secondo il dottor Sean B. Rourke, neuropsicologo e direttore della Neurobehavioural  Research Unit del St. Michael’s Hospital, è positivo che questi pazienti riescano ad invecchiare, segno di un miglioramento dei servizi sanitari e di un trattamento efficace, che raggiunge le persone e che si adatta ad esse tanto da rendere l’AIDS una malattia cronica.
Tuttavia l’invecchiamento di chi è affetto da HIV può essere più impegnativo rispetto a quello della popolazione generale. Non soltanto dal punto di vista sociale (maggior rischio di isolamento sociale, perdita degli amici e stigmatizzazione) ma soprattutto dal punto di vista clinico. Gli adulti con HIV sviluppano infatti problemi cardiovascolari, osteoporosi, problemi renali e neurocognitivi 10, 15 o 20 anni prima rispetto alla popolazione generale. I problemi cerebrali a cui possono andare incontro sono dovuti a una infiammazione dei tessuti, simile a quella dovuta ad un trauma cranico, ma perenne. Ci possono essere problemi di attenzione e deficit di memoria.
Queste patologie possono essere gravemente invalidanti in persone che hanno un’età che in realtà permetterebbe loro di continuare a lavorare.

Il corpo di ricerca del Dr Rourke sta quindi esplorando interventi ed altre strategie per ridurre al minimo l'impatto negativo dell'invecchiamento con l'HIV. 

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