Nel 2000, l’OMS stimava che, nei paesi a basso e medio reddito, il 5% delle nuove infezioni da HIV, il 32% delle nuove infezioni da HBV e il 40% delle nuove infezioni da HCV fossero dovute a questa modalità. Da allora, è stata lanciata una campagna a livello globale (Safe Infection Global Network) e molte azioni sono state intraprese per ridurre questo rischio nelle strutture sanitarie. Una nuova stima delle infezioni da HIV, HBV e HCV dovute a iniezioni non sicure è stata effettuata nel 2010. Secondo tale nuovo dato, a livello globale c’è stata una diminuzione dell’87% delle infezioni da HIV dovute a iniezioni e altre procedure mediche non sicure, e una diminuzione dell’83% e del 91% delle infezioni da HCV e HBV. Per quanto riguarda l’epatite B, tale riduzione estremamente marcata si deve anche alla vaccinazione.
Quindi attualmente, meno dell’1% delle nuove infezioni da HIV è dovuta a iniezioni non sicure, si tratta di un notevole successo di sanità pubblica e oggi l’eliminazione di questa via di trasmissione appare un obiettivo raggiungibile.
Ulteriori sforzi devono essere fatti per bloccare altri modi di trasmissione iatrogena, come l’uso di flaconi di farmaci o liquidi da infusione multidose, cure dentarie con inadeguata sterilizzazione, trasfusioni non controllate, circoncisioni e tatuaggi effettuati in ambiti non sicuri.
L’eliminazione delle infezioni iatrogene è prima di tutto un imperativo morale, come ci ricorda il principio ippocratico: primum, non nocere!
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