Nel mese di marzo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un supplemento alle linee guida del 2013 sull'infezione da HIV. Il supplemento raccoglie risultati scientifici emersi negli ultimi mesi. In particolare si sofferma su alcuni aspetti relativi alla diagnostica e alle linee terapeutiche.
Tra le molte raccomandazioni presenti nel documento, le più innovative sono quelle che affrontano i temi della diagnosi infantile e del monitoraggio virologico dell'infezione.
Viene sottolineato ancora una volta come la diagnosi virologica sia di importanza chiave nei programmi di prevenzione materno-infantile dell'infezione da HIV. I comuni test rapidi utilizzati nell'adulto non sono utili per la diagnosi nel bambino con meno di 18 mesi di vita (per approfondimento vedi post); l'ampia diffusione dei test virolgici per i bambini risulta particolarmente importante, specialmente nei paesi Africani dove ogni giorno nascono migliaia di bambini da donne HIV+. La diagnosi precoce nei bambini (effettuabile solo con i test virologici) permette una terapia tempestiva e una sopravvivenza elevata.
Altro aspetto evidenziato dal supplemento è l'importanza della carica virale per il monitoraggio dell'infezione e dell'eventuale terapia (per approfondimento vedi post). I due parametri fondamentali da valutare nei pazienti con HIV sono la conta dei linfociti T CD4 e la misura della carica virale.
I linfociti T CD4 sono i principali bersagli del virus, la loro quantità nel sangue circolante è strettamente legata al grado di immunodepressione del paziente; i CD4 possono essere contati con macchinari largamente diffusi nei paesi a risorse limitate. La misura della carica virale è invece un esame che richiede la presenza di un laboratorio di biologia molecolare, ancora poco diffuso in Africa Sub-sahariana. In realtà la misura della carica virale è l'esame che più rapidamente dà conto dell'effetto della terapia e di un suo eventuale fallimento. Numerosi studi hanno mostrato come la conta routinaria dei CD4 nel monitoraggio del paziente risulti superflua quando la misura della carica virale è disponibile. L'OMS nel documento di Marzo raccomanda di utilizzare il più possibile la carica virale, i CD4 invece solo quando veramente necessari (ad esempio nella decisione se iniziare il trattamento)
Gli esami virologici per la diagnosi precoce neonatale e la misura della carica virale sono stati ritenuti per anni degli optional che i paesi con risorse limitate non si potevano permettere. Oggi risulta ancora più evidente come l'eccellenza della diagnosi e del trattamento non è un lusso, ma una strategia necessaria per raggiungere gli obiettivi di contenimento dell'infezione.
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