6 febbraio 2014

Per ogni neonato: piano d'azione dell'OMS

Negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli passi avanti per ridurre il numero dei decessi infantili in tutto il mondo.
Infatti, tra il 1990 e il 2012 il tasso di mortalità tra i bambini sotto i 5 anni si è ridotto di circa il 50%. L’HIV rappresenta il 2% delle cause di mortalità infantile.
Tuttavia, i tassi di mortalità neonatale diminuiscono più lentamente (diminuzione del 36% nello stesso periodo). Come risultato, la proporzione di morti tra i bambini con un’età inferiore a 5 anni che avviene nel periodo neonatale, è aumentata passando dal 37% nel 1990 al 44% nel 2012. In questo anno, circa 2.9 milioni di bambini sono morti entro il primo mese di vita, la maggior parte per cause prevenibili. Inoltre 2.6 milioni di bambini sono nati morti. A queste morti vanno associati i 287 mila decessi che si stima avvengano tra le donne per complicanze legate alla gravidanza o al parto.
Eppure la maggior parte delle morti neonatali sono prevenibili, soprattutto quando gli interventi sono integrati con le cure materno-infantili.
Recentemente, rinnovati sforzi sono stati fatti da molti governi in risposta alla Strategia Globale per la Salute della Donna e del Bambino.
Dall’evidenza dell’eccessiva mortalità neonatale, è nata l’iniziativa Every Newborn: un piano d’azione per porre fine alle morti evitabili (The Every Newborn: an action plan to end preventable deaths- ENAP). Piani specifici e obiettivi per la salute materna sono inoltre in fase di sviluppo e saranno legati a questo processo.
La maggior parte delle morti neonatali avviene nei paesi a risorse limitate, e i due terzi di tutte le morti in solo 12 paesi, di cui 6 si trovano in Africa sub-sahariana (Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Angola, Kenya, Tanzania). In questi paesi, spesso afflitti da conflitti e da emergenze umanitarie, alle donne e ai bambini non è garantito l’accesso ai servizi per la salute.
Oltre l’85% dei decessi è dovuto a complicazioni dovute alla prematurità, morti intrapartum e infezioni neonatali.
Le cure prenatali rappresentano un importante canale per la messa a punto di interventi che abbiano un impatto diretto sulla salute della madre e del feto.
Nei paesi a basso reddito, si stima che solo il 37% delle donne effettua il minimo raccomandato di 4 visite prenatali e spesso la qualità delle cure disponibili è sub-ottimale.
Una percentuale ancora inferiore riceve interventi essenziali quali lo screening e il trattamento di anemia e ipertensione, consulenza e test per l'HIV e la sifilide, o la prevenzione ed il trattamento della malaria. A tale scopo, il piano d’azione prevede anche il rafforzamento di altri piani ad azione globale, come quello per l’eliminazione della eliminazione della trasmissione madre-bambino dell’HIV.
Lo sviluppo di questo progetto è stato guidato dai consigli di esperti e coordinato da un gruppo ristretto di partner, guidati da OMS e UNICEF .
La bozza della versione è pronta per on-line per la consultazione pubblica .
La fine del progetto ENAP sarà presentato agli Stati membri al 67ª Assemblea Mondiale della Sanità , nel maggio del 2014.

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