12 febbraio 2014

Farmaco per il tumore al seno attivo contro infezione fungina in pazienti con AIDS

Secondo una ricerca americana dell'Università di Rochester il tamoxifene è risultato essere efficace nel trattamento dell'infezione da Cryptococcus neoformans.
La criptococcosi è una patologia fungina che spesso si associa all'infezione da HIV, ed è quindi maggiormente presente in quei paesi con elevata presenza del virus. Cryptococcus neoformans causa spesso infezioni polmonari gravi o meningoencefaliti che possono mettere a rischio la sopravvivenza del paziente. Si stima che al mondo ci siano circa 1 milione di nuovi casi di criptococcosi ogni anno, con circa 620.000 morti; la stragrande maggioranza di questi casi avviene in pazienti con AIDS, in paesi a risorse limitate.
Il Cryptococcus neoformans è un fungo, risponde quindi alle terapie antifungine; ma tali terapie sono costose e spesso mancanti in Africa, possono causare severi effetti collaterali e vanno somministrate per via endovenosa; inoltre si stima che, anche qualora si effettui una corretta terapia, la mortalità sia comunque del 10-20%. La ricerca dell'Università di Rochester apre quindi prospettive interessanti.
Lo studio, pubblicato sulla rivista mBio (rivista della American Society of Microbiology), ha mostrato un'attività antifungina in vitro del tamoxifene. Il tamoxifene
è un farmaco modulatore del recettore per gli estrogeni, utilizzato nel trattamento del cancro alla mammella e somministrabile per via orale. I ricercatori hanno scoperto la capacità del tamoxifene di interferire con una proteina chiamata calmodulina potendo così uccidere il Cryptococco.
Ulteriori studi saranno necessari, ma si apre una nuova porta sulla terapia della criptococcosi, infezione che ancora mette a repentaglio la vita di tanti pazienti con HIV.

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