19 dicembre 2012

Prevenzione e cura, due facce della stessa medaglia


La prevenzione per anni è stata la sola arma proposta per fronteggiare l’infezione da HIV nei paesi in via di sviluppo. Il mondo scientifico, quello economico, le agenzie internazionali, hanno creduto che la prevenzione fosse la sola risposta ad un’epidemia che già contava più di venti milioni di infetti. Tale approccio si è rivelato sbagliato, molti hanno cominciato a fare passi indietro, e la terapia antiretrovirale è stata resa disponibile ed accessibile anche nei paesi a risorse limitate. Oggi terapia e prevenzione sono unite in un solo approccio. Test and treat è divenuta una parola d’ordine nei consessi internazionali sull’HIV/AIDS. Curare gli individui sieropositivi abbassa la quantità di virus nel sangue fino a renderlo impossibile da rilevare, la carica virale viene praticamente azzerata. È noto ormai da tempo che il grado di contagiosità di un’infezione è direttamente proporzionale alla carica infettante del microrganismo. Ne risulta che curare l’infezione da HIV – quanto prima possibile – dovrebbe azzerare il tasso di nuovi contagi. Tale ipotesi si è fatta sempre più spazio fino a suscitare l’interesse di diversi studiosi in tutto il mondo ed essere, oggi, dimostrata da diversi studi. L’ultimo di tali studi è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet il primo dicembre scorso. Sono state studiate più di 38.000 coppie sierodiscordanti (uno solo dei partner infetto) in Cina. È stata evidenziata una netta riduzione della contagiosità in relazione alla terapia antiretrovirale, tanto da indurre gli autori a scrivere: The reduction in transmission under real-world conditions in a developing country suggests that such a public health prevention strategy is feasible on a national scale and helps to validate the WHO recommendation in support of the treatments-prevention approach.
Lo studio condotto in Cina fa seguito ad una serie di studi apparsi negli ultimi anni sulla strategia test and treat. Nel 2011, un importante studio veniva pubblicato su the New England Journal of Medicine, condotto in 13 siti di nove paesi, molti dei quali in Africa Subsahariana. Lo studio evidenziava una contagiosità estremamente bassa nei pazienti in trattamento, prossima quasi allo zero. Tali risultati hanno aperto una strada nell’idea che opponeva terapia a prevenzione.
Oggi curare per prevenire sembra quanto mai una strada percorribile, la sola ad unire un doveroso approccio preventivo con la giustizia sociale della cura per i malati.