19 dicembre 2014

La salute del mondo sta cambiando: il "Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study 2013"


La salute del mondo sta cambiando. The Lancet ha pubblicato un importante studio sulle cause di mortalità nel mondo. Un dato di rilievo è la speranza di vita globale: nel 1990 era di circa 65 anni, nel 2013 è stata di 71 anni; 6 anni di vita guadagnati in media nel mondo.
Questo progresso è dovuto principalmente alla riduzione delle morti da malattie cardiovascolari e neoplastiche nei paesi ricchi e alla riduzione della mortalità infantile per diarrea, malattie delle basse vie respiratorie e cause neonatali nei paesi in via di sviluppo. L'infezione da HIV rimane il più importante freno all'aumento della speranza di vita in Africa sub-sahariana, mentre le cause più comuni di mortalità sotto i 5 anni di età rimangono sindromi diarroiche, infezioni respiratorie e malaria. Globalmente la mortalità neonatale si è però ridotta del 42%, mentre la mortalità tra 1 anno e 5 anni di vita è scesa del 52%, segnando un grande progresso nella salute globale. Altra buona notizia è che la mortalità da HIV/AIDS ha iniziato a declinare dal 2005. Appare inoltre evidente che, al ridursi della mortalità da patologie infettive, sono in aumento le cause di morte non infettive, anche nei paesi africani: diabete, insufficienza cardiaca, patologie renali, neoplasie.
Un dato preoccupante è l'aumento per morti violente: quasi 1.300.000 nel solo 2013; tale aumento è riferibile in larga parte all'aumento della violenza interpersonale, quasi il 20% in più rispetto al 1993.
I dati pubblicati da The Lancet sono molti, ma si intravede un trend di cambiamento della salute globale: da una predominanza di patologie infettive si sta andando verso un aumento delle patologie neoplastiche e legate all'invecchiamento. Questo pone nuove domande, soprattutto nei contesti con sistemi sanitari in via di sviluppo, ai politici, alle agenzie internazionale e ai tanti coinvolti nella salute della popolazione mondiale.


Fonti:
The Wall Street Journal
The Lancet

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