Basta con l’afropessimismo!
Dall’Africa arriva una voce diversa, fatta di tante donne HIV-positive che hanno deciso di non rassegnarsi di fronte ad una diagnosi, quella dell’HIV, che potrebbe sembrare una condanna, ma anzi di combattere per tanti come loro, per un continente, l’Africa, finalmente libero dall’AIDS.
Nasce così il movimento “Io DREAM”, parte integrante del programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio. Il movimento, nato in tutti i paesi in cui DREAM è presente, vede la partecipazione di pazienti, in particolare donne, che decidono di testimoniare con la loro stessa vita che esiste un trattamento efficace e che si possono dare alla luce bambini sani liberi dal virus. Le attiviste di “Io DREAM” hanno imparato che dall’esclusione e dallo stigma si può tornare ad uscire di casa, e che nell’aiutare gli altri malati si può trovare il riscatto di una vita che sembrerebbe condannata. Questo grazie ad un programma d’eccellenza che ha scelto di offrire in maniera gratuita a tutti i suoi pazienti standard di cura occidentali, mettendo al centro il valore della persona, decidendo di non abbandonare nessuno.
Lo spiega bene Artemisia Chiziane, donna mozambicana, membro del movimento “Io DREAM”, la cui intervista esce il 3 gennaio su L’Osservatore Romano.
Artemisia è una donna alla quale nel 2005 è stata diagnosticata l’infezione da HIV. Recatasi durante la gravidanza nel centro di salute di Matola 2, vicino Maputo, fatto il test e scoperto di essere sieropositiva, ha iniziato la terapia con antiretrovirali per evitare la trasmissione del virus al bambino. Oggi suo figlio, Hilario di 7 anni, sta bene: è nato sano grazie al Programma DREAM.
Da allora Artemisia si impegna direttamente per sostenere altre persone sieropositive, andando nelle loro case ed offrendo un servizio di orientamento su nutrizione, igiene, corretta somministrazione ed assunzione dei medicinali e sostegno psicologico. Non solo, insieme ad altri attivisti, garantisce anche una presenza costante nei centri DREAM per accogliere i malati e per orientarli, infondendo forza e coraggio. Artemisia dice: “siamo l’esempio vivente che è possibile vincere la battaglia contro l’AIDS”. Dal suo impegno per DREAM ha trovato energie nuove e una speranza che non aveva prima della malattia.
Le attiviste vengono anche formate ogni anno grazie a corsi di aggiornamento che si svolgono nei 10 paesi dove è attivo il Programma DREAM. Artemisia è convinta che “le donne siano i pilastri della società, in qualsiasi angolo del mondo, portatrici di vita e di speranza. Attraverso l’istruzione, la formazione professionale e il lavoro è possibile cambiare il proprio destino e quello degli altri". Così la donna, da principale vittima dell’AIDS, diviene protagonista della liberazione della malattia. Artemisia è oggi coordinatrice del Centro Nutrizionale della Comunità di Sant’Egidio a Matola, che dà da mangiare ogni giorno a circa 800 bambini. Sogna di diventare infermiera e di continuare ad aiutare il suo paese.